L’industria svizzera degli orologi non vuole più tollerare i falsi e si organizza con una taske force per contrastare i plagi. Sullo Swiss made, dal 2018, vigilerà una sorta di Tribunale, formato da un team di esperti indipendenti. “Per i nostri orologi funzionerà un vero e proprio tribunale arbitrale, con il compito di accertare che le caratteristiche dello Swiss Made siano tutte rispettate, ovvero che gli orologi vengano concepiti in Svizzera e fabbricati, sempre nella Confederazione, nella misura del 60 per cento”, fa sapere alla stampa Jean-Daniel Pasche, presidente della Federazione Orologiera Svizzera. “In questo modo il consumatore che acquista all’estero un orologio svizzero ha la certezza che buona parte del suo know how provenga dalla Confederazione”.
Il comparto ha subito negli ultimi anni una battuta d’arresto, nonostante sul finire dell’anno sembri essere in via di ripresa: si calcolca che nel 2017 le vendite di orologi svizzeri all’estero ammonteranno a 20 miliardi di franchi, l’equivalente di 17 miliardi di euro. “La congiuntura mondiale è migliorata e, solo sul mercato cinese, in particolare a Hong Kong, che rappresenta il nostro punto forte per le esportazioni, abbiamo registrato una crescita del 5,3%, tra gennaio e novembre”, continua Pasche. Ma il problema delle falsificazioni rimane. “Lo scorso anno – conclude Pasche – solo in Cina sono stati sequestrati un milione di orologi svizzeri contraffatti”. Anche la Turchia, con 130 mila sequestri, ha svolto un ruolo non indifferente nel mercato del falso.