Il Belpaese si conferma piazza appetibile per i big internazionali della moda e del lusso. Nel 2016, il business delle Top 20 controllate italiane ha fatto +10%.
Cresce il business delle filiali italiane dei brand internazionali della moda e del lusso. Secondo l’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa, che ha monitorato le principali compagini internazionali, le 20 aziende del campione preso in esame hanno chiuso il 2016 con ricavi aggregati pari a 6,16 miliardi di euro, in crescita del 9,7% rispetto all’anno precedente. L’incremento è sostenuto dal fatto che la maggior parte delle aziende ha archiviato il 2016 con il segno positivo. Hanno terminato in leggero calo Rolex, Chanel, Swarovski, Hanes Italy e Tiffany, mentre hanno registrato una retromarcia più consistente Asics e Swatch. Ma l’analisi offre uno spunto ancora più significativo: sono le filiali italiane dei brand di fascia media, nel complesso, ad aver raggiunto i risultati più performanti in termini di fatturato (Inditex, H&M, Guess…). Tuttavia, occorre considerare che, invece, sono le divisioni tricolore del segmento lusso ad aver avuto la meglio in termini di redditività, fatta eccezione per Swatch che si sta comunque spostando, con i suoi brand luxury, su una fascia più alta guandagnando così terreno in Italia. Scorrendo la classifica per fatturato, in testa ai big del fashion mondiale in Italia c’è è il gigante spagnolo del fast fashion Inditex (Zara, Zara Home, Bershka, Massimo Dutti, Pull&Bear, Oysho e Stradivarius) che nel Belpaese ha messo a segno un business pari a 1,42 miliardi di euro (+14,4%). Al secondo posto per giro d’affari c’è il gruppo francese Lvmh (Lvmh, Lvmh Watch & Jewelry e Christian Dior) che in Italia ha registrato nel periodo un fatturato di 907 milioni, in crescita del 6,1 per cento. Terzo gradino del podio per il colosso svedese del low cost H&M la cui costola italiana nel 2016 ha registrato ricavi per 756 milioni, in crescita del 3,8 per cento. Scorrendo la classifica, al quarto posto, c’è Rolex. La filiale della realtà ginevrina nella Penisola ha archiviato il 2016 a quota 439 milioni, in flessione dell’1,6 per cento. Mentre, a seguire, in quinta posizione, si trova il primo brand sposrtivo Adidas con un business di 392 milioni e una crescita del 16 per cento. Analizzando poi la Top 5 per crescita delle filiali italiane dei gruppi esteri si evince che nel 2016 è il settore dei gioielli ad aver brillato di più. La danese Pandora, infatti, ha registrato la performance migliore con addirittura un incremento del 51,6 per cento seguita dal gruppo svizzero Richemont, in seconda posizione, che ha archiviato il periodo a +34,4 per cento. L’Italia ha premiato, con risultati a doppia cifra, anche la filiale di Adidas con un +16% e quella di Hugo Boss con un +15,2 per cento. Chiude la top 5 la divisione tricolore di Inditex con un +14,4 per cento. Passando ad analizzare, invece, la redditività delle filiali italiane delle principali realtà internazionali, a fare la parte del leone è, come già detto, il top di gamma con al primo posto la sede italiana di Hermès con un ebitda pari al 24,5% dei ricavi, tallonata da quella di Swatch con un ebitda del 24,2 per cento. Terza posizione per la succursale made in Italy di Lvmh (19,3%) seguita, al quarto posto, da quella di Rolex (17%) e da quella di Chanel (16,7%) che chiude la top 5.