L’edizione autunnale di Intertextile Shanghai batte le attese in termini di affluenza. Ma le date dell’evento non convincono più gli espositori italiani.
Anche sull’asse Milano-Shanghai spunta la questione ‘timing’ delle fiere tessili. E si incrocia inevitabilmente con l’asse concorrente, quello tra Shanghai e Parigi, rendendo sempre più concreta la possibilità di un cambio di date per la prossima edizione autunnale di Milano Unica Shanghai. Appuntamento fondamentale per lo sbarco nell’Ex Celeste Impero, a detta degli organizzatori, intervistati da Pambianco Magazine tra gli stand della fiera, Milano Unica Shanghai permette di presidiare direttamente uno dei pochissimi mercati che offre nuovi clienti interessati al made in Italy. Tuttavia, l’appuntamento 2017 dello spin-off orientale della manifestazione milanese dedicata a tessile-accessori (il dodicesimo all’interno di Intertextile Shanghai Apparel Fabrics) si è chiuso con visitatori in “lieve calo”. Anche se il dato si confronta con un “eccezionale” +20% registrato nello stesso periodo del 2016, si tratta di un campannello d’allarme. Già in occasione dell’exploit dello scorso anno, infatti, Ercole Botto Poala, presidente di Milano Unica, aveva anticipato come le date della manifestazione non coincidessero più con le esigenze di un mercato in continua evoluzione. La stessa percezione è ora diffusa tra gli espositori italiani in fiera (che quest’anno erano 45, contro i 75 presenti a ottobre 2016), per i quali la presentazione delle collezioni per l’autunno-inverno in ottobre è tardiva, e costituisce una vera e propria riproposizione di quanto visto a Milano Unica lo scorso luglio e, in alcuni casi, anche a Première Vision Paris, nella capitale francese, lo scorso settembre. “È attualmente in corso di verifica con Intertextile e Ccpit (China Council for the Promotion of International Trade), il partner cinese, l’opportunità di anticipare la data se la location sarà disponibile nel periodo ipotizzato”, ha dichiarato in via ufficiale Botto Poala.
LE PERPLESSITÀ DI MESSE FRANKFURT
Dal canto suo, Intertextile, fiera internazionale del tessile, promossa dal China National Textile & Apparel Council e organizzata da Messe Frankfurt, ha battuto le attese, chiudendo con oltre 77mila buyer contro i circa 70mila stimati in avvio di manifestazione. “Intertextile è sul mercato, come fiera, da oltre vent’anni – ha raccontato a Pambianco Magazine Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia -. Inizialmente, era un progetto dedicato al mercato cinese sia come espositori sia come compratori, poi hanno iniziato a prendervi parte anche aziende europee e italiane che volevano intercettare il mercato cinese. Come operatori della più grande fiera tessile al mondo riferita la mercato asiatico, siamo in grado di coinvolgere i buyer più importanti del settore”. Per l’ente fieristico tedesco, anticipare la manifestazione cinese alle ultime settimane di settembre, periodo ottimale secondo le aziende italiane, potrebbe mettere a rischio gli equilibri dell’asse Shanghai-Parigi. Nello stesso periodo, infatti, Messe Frankfurt è impegnata in Francia con Texworld Paris, rassegna da un migliaio di espositori che beneficia, in termini di affluenza di pubblico, della quasi contemporaneità con Première Vision. “La strategia di Messe Frankfurt – ha continuato Wich – ha un orizzonte europeo. Dal 2002, Texworld favorisce l’accesso al mercato europeo da parte delle aziende cinesi e ha registrato una crescita costante negli anni, con un format che oggi viene replicato anche a New York”. Difficilmente, in caso di una sovrapposizione temporale tra Intertextile e Texworld, gli exhibitor cinesi potrebbero rinunciare alla manifestazione nel mercato domestico.
LA POSIZIONE DI MILANO UNICA
“Essere a Intertextile a ottobre è troppo tardi per noi, soprattutto per la parte uomo – ha spiegato a Pambianco Magazine Massimo Mosiello, direttore generale di Milano Unica -. Se prima i compratori cinesi e giapponesi sceglievano i tessuti più tardi rispetto ad altri buyer internazionali, ora anche le loro tempistiche sono cambiate”. Il manager non esclude, per il futuro, lo sviluppo di una manifestazione autonoma a Shanghai, svincolata da Intertextile. “In Cina serve una manifestazione forte e riconoscibile. Muoversi da soli, però, qui non è facile. E essere all’interno di Intertextile con un format esclusivo (Milano Unica Shanghai ha un layout che si distingue dal resto della fiera e l’ingresso dei visitatori è su invito, ndr) ci è sembrato, fino ad ora, il giusto compromesso. Ma è necessario rivedere il periodo”.
PAROLA ALLE AZIENDE
Alle dichiarazioni di Milano Unica, che insieme a Ice ha nel frattempo confermato l’appuntamento di marzo 2018, fanno eco quelle delle diverse aziende presenti a Shanghai. “In questi anni – ha dichiarato Mauro Bellini, marketing manager del Lanificio Ermenegildo Zegna – il format esclusivo di Milano Unica Shanghai ha premiato in termini di risultati, intercettando un pubblico di qualità. In passato, non avremmo immaginato di parlare di esclusive con aziende cinesi e invece ora lo facciamo perché sono realtà estremamente valide. Essere qui in fiera è imprescindibile, ma nei tempi giusti”. Soddisfazione rispetto all’andamento della fiera “nonostante le tempistiche” anche per Tessitura Monti, al ventesimo anno di presenza a Intertextile: “Per i clienti più grossi – ha raccontato a Pambianco Magazine Nadia Schincardi, export manager dell’azienda di Treviso – ottobre è tardi per fare ordini significativi. Gran parte di loro ci ha già raggiunti a Milano Unica lo scorso luglio, o a Parigi a settembre, e qui opera al massimo delle aggiunte. Anche per i clienti più piccoli è tardi, ma questi spesso non hanno la possibilità di venire in Europa”. Per il gruppo la Cina si conferma un mercato fondamentale, anche se dall’ euforia degli scorsi anni, si è passati a una maturità di spesa dei buyer asiatici. “Sul mercato cinese nascono spesso nuovi brand – ha spiegato Paolo Casolo Ginelli, AD di Ricamificio Paolo, azienda attiva nel ricamo industriale per la moda e l’home couture -. Su molte aziende emergenti bisogna effettuare una scrematura, ma per crescere in Asia è indispensabile costruire una presenza diretta, partendo dalle fiere. È molto difficile lavorare bene in Cina tramite degli agenti. Il nostro prodotto, poi, è un prodotto tutto da spiegare”. Il gruppo ha debuttato a Intertextile fuori dal format Milano Unica. di Giulia Sciola