Le principali aziende italiane di calzature hanno chiuso il 2016 con crescita superiore a quella del settore. Ma se il fatturato, nel complesso, aumenta, l’ebitda percentuale rallenta.
Un 2016 delle calzature italiane in chiaroscuro. Questo è quanto emerge dall’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa su un panel delle 10 aziende più rappresentative del settore. Nel complesso, il fatturato del campione ha registrato un aumento del 2,1% sul 2015 a 3,1 miliardi di euro, contro i 3 miliardi di ricavi del 2015. Si tratta di risultati superiori a quelli del comparto complessivo in Italia, la cui produzione nel 2016 è scesa dell’1,9% in volume (a 187,6 milioni di paia) ed è rimasta al palo in valore (+0,8% a 7,5 miliardi).
Per quanto riguarda la dimensione, la classifica è guidata da Tod’s che ha chiuso l’esercizio a 1 miliardo di ricavi (-3,2% rispetto al 2015), seguita da Geox a 901 milioni (+3 per cento). Ultimo gradino del podio per il gruppo Imac, che controlla tra gli altri i brand Primigi e Igi&Co e che ha archiviato il 2015 a quota 257 milioni, a +6,2 per cento.
MA L’EBITDA CALA
Per quanto riguarda l’ebitda percentuale complessivo, questo è stato di 374 milioni di euro, pari al 12,2% sul fatturato e in leggero calo rispetto al 13,8% del 2015. Ottime le performance di Golden Goose, di recente acquisita dal fondo americano di private equity Carlyle, il cui ebitda percentuale si è assestato al 30,7% (30 milioni). Al secondo posto Giuseppe Zanotti: il gruppo di San Mauro Pascoli ha chiuso il 2015 con un’incidenza dell’ebitda sui ricavi del 19% (33 milioni). A seguire, ancora una volta, il gruppo di Diego Della Valle, che ha fatto segnare un ebitda percentuale del 18% (181 milioni).
Caterina Zanzi