Grandi manove nel risiko degli occhiali, con un’alleanza tra i leader del lusso che sposta ulteriormente gli equilibri industriali in un settore fino a oggi dominato dai grandi produttori. Kering ha annunciato che la sua sussidiaria Kering Eyewear e la Maison Cartier, parte della Compagnie Financière Richemont, hanno siglato una partnership unendo le loro operazioni per creare una piattaforma per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione a livello mondiale delle collezioni eyewear di Cartier. Per Kering si tratta di un ulteriore passo avanti nel percorso dell’eyewear in house, strategia nella quale ha esordito nel 2014. Nella stessa direzione ha dimostrato di muoversi anche l’altro colosso del lusso francese, Lvmh che nei mesi scorsi ha creato una partnership con Marcolin. A oggi, di conseguenza, i tre leader del lusso mondiale (Lvmh, Richemont e Kering) stanno prendendo posizione per nuovi scenari dell’occhialeria. Non è un caso che l’alleanza tra Kering e Richemont sia soggetta all’autorizzazione da parte dell’Antitrust.
Secondo i termini dell’accordo, Richemont acquisirà una quota minoritaria di Kering Eyewear, conferendo una manifattura francese, e andando a potenziare la capacità di produzione di una divisione, quella capitanata dall’ex Safilo Roberto Vedovotto, che oggi sviluppa l’eyewear di dodici marchi di Kering (Gucci, Bottega Venetnma, Saint Laurent, Alexander McQueen, Brioni, Christopher Kane, McQ, Stella McCartney, Tomas Maier, Boucheron, Pomellato e Puma).
Con l’entrata del gruppo Richemont nel polo Kering, la società guidata da Roberto Vedovotto integrerà, nelle sue attività, la Manufacture Cartier Lunettes di Sucy-en-Brie, in Francia, la quale andrà così ad affiancarsi alla sede di Kering Eyewear che si trova presso Villa Zaguri, nel padovano.
La collezione Cartier primavera/estate 2018 segna l’inizio ufficiale della partnership.