Le grandi firme chiedono materiali per realizzare calzature adatte alla sera, ma anche al giorno. Le concerie iniziano a ripensare gli articoli. Boom dei macchinari.
I numeri, per quanto positivi, non fotografano la portata dell’iniezione di fiducia che l’ultima edizione di Lineapelle ha offerto alla supply chain di calzatura e pelletteria. Le impressioni raccolte al termine della fiera, in scena a Milano dal 21 al 23 febbraio, sono più generose rispetto all’1% di aumento d’affluenza calcolato anno su anno, per un totale di poco superiore ai 21.800 buyer, e innescato dal ritorno di presenze tedesche, russe e cinesi. Proprio la performance dei compratori orientali rilancia le quotazioni della Cina, primo mercato estero delle pelli italiane, dopo una serie di risultati negativi confermata anche nel 2016, quando l’export verso Hong Kong cedette il 22%, cui va aggiunta la perdita del 14% nell’Inner China. I segnali di schiarita per i circa 1.200 espositori di Lineapelle, manifestazione di riferimento per i produttori di pelli, accessori, componenti e altri materiali per la moda, sono arrivati anche dal mercato del lusso, la cui frenata ha contribuito al calo del turnover del settore concia negli ultimi due anni, dai 5,4 miliardi di euro del 2014 ai 5 miliardi stimati da Unic (Unione nazionale industria conciaria) nel preconsuntivo 2016. Alla ritrovata fiducia ha contribuito il risultato di Simac Tanning Tech, salone dedicato alla tecnologia dell’area pelle, che chiude in crescita a doppia cifra e mette a segno un +20% di superficie espositiva; a sostenere gli investimenti in macchinari e automazione sono, da un lato, l’iper ammortamento concesso dal governo italiano con il piano Industria 4.0, dall’altro il rientro di alcune produzioni in Europa per contenere il time-to-market. “Il mercato ha lanciato un segnale di ottimismo”, spiega a Pambianco Magazine Alessandro Iliprandi, presidente e AD di Bonaudo, gruppo conciario formato da tre unità produttive che operano tra Lombardia, Veneto e Toscana per un consolidato di circa 42 milioni di euro. “I brand del lusso hanno la volontà di produrre articoli sempre più esclusivi e pertanto devono appoggiarsi a fornitori italiani leader nell’alto di gamma. Vedremo ora se quanto preannunciato si tradurrà in ordini, ma da Lineapelle usciamo rinfrancati dopo aver incontrato una clientela finalmente propositiva”. “La fiera apre ottime prospettive per l’estivo nella pelletteria di fascia alta e nella calzatura in generale”, aggiunge Maurizio Ingegno, direttore commerciale di Faeda, gruppo veneto composto da tre concerie che dichiara per il 2016 un incremento high single digit sul 2015 chiuso a 159 milioni di euro. “Abbiamo rilevato un forte interesse per vernici e pellami pieno fiore da calzatura, mentre nella pelletteria prevalgono gli articoli realizzati con nuove tecnologie in grado di nobilitare, attraverso l’applicazione di prodotti naturali, materie prime di prezzo accessibile. Dopo un decennio di crescita costante, in controtendenza, pensiamo di poter migliorare ancora attraverso la gestione efficace dei flussi produttivi e l’upgrade qualitativo, frutto di investimenti tecnici e strutturali”.
In Toscana, distretto di riferimento per i pellami destinati alle griffe, le aziende alzano ulteriormente l’asticella della qualità nel top di gamma e intanto, per incontrare la domanda di articoli legati al mondo sportivo, inseriscono in collezione pelli dal carattere grintoso e casual. È il caso di Bcn, conceria specializzata nella produzione di vitelli di lusso, che ha avviato la business unit Sinergia pensata per i produttori di scarpe femminili utilizzabili tutto giorno, dal lavoro alle uscite serali, con segnali di interesse anche dai clienti pellettieri. “Restano immutati, da parte delle grandi firme, l’apprezzamento per i materiali belli e la necessità di disporre di fornitori affidabili”, commenta il contitolare e direttore commerciale Renzo Lupi. “I clienti della moda per noi toscani – gli fa eco Franco Donati, presidente del consorzio D&Co e numero uno di Assoconciatori Santa Croce sull’Arno – appartengono per il 90% al mondo del lusso. Pelletteria e calzatura procedono di pari passo, ma il boom della sneaker impone un ripensamento sui modelli di pelletteria da offrire in abbinamento, perché un conto è realizzare una borsa da accompagnare a un tacco 12 e un altro è ideare un prodotto da portare con le scarpe sportive”. I cambiamenti stilistici in atto e le difficoltà riscontrate in alcuni mercati chiave del lusso, in particolare la Russia, hanno condizionato anche il business delle pelli pregiate. Caravel, realtà conciaria controllata da Kering, osserva un calo della domanda complessiva di coccodrillo e pitone rispetto al 2013, ultimo anno della golden age per questi materiali esotici, diventati ormai un affare per brand specializzati e non per interpreti occasionali. La prossima edizione di Lineapelle, dedicata alle collezioni per l’autunno-inverno 2018/19, si terrà dal 4 al 6 ottobre.
di Andrea Guolo