L’industria dell’eyewear ha registrato risultati ‘normali’ nel 2016. Ma vive una fase di profondo cambiamento che, in fiera, si è tradotto in voglia di dinamismo.
C’è aria di cambiamento nel settore dell’occhialeria. I conti del comparto tornano ‘normali’, però è tempo di grandi riassetti industriali. In principio fu Kering che, dalla fine del 2014, decise di portare in casa l’eyewear creando una specifica competenza interna nel segmento occhiali per i propri marchi operando direttamente e non più attraverso i licenziatari. È di tempi più recenti l’interesse dell’altro colosso francese del lusso, Lvmh, per l’azienda veneta Marcolin che qualche giorno fa si è tradotto in una vera e propria alleanza tra le due realtà rinsaldata attorno alla creazione di una joint venture industriale. In termini di riassetti, poi, Luxottica, il primo player del settore, a metà gennaio ha siglato una maxi fusione da 50 miliardi di euro con il gigante francese delle lenti Essilor. Anche Safilo, dopo aver perso importanti accordi, si è data una nuova direzione lanciando una sezione extra-lusso dal nome Atelier. Ed è stata proprio questa voglia di cambiamento a caratterizzare la 47esima edizione di Mido, Mostra di Ottica, Optometria e Oftalmologia, che si è tenuta dal 25 al 27 febbraio e che ha portato negli spazi milanesi di Rho Fiera oltre 55mila presenze, con un aumento del 5,5% rispetto a un 2016 che già aveva fatto registrare un risultato record.
I DATI DEL SETTORE
Sul fronte dell’andamento economico, secondo i dati di Anfao (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici), il 2016 è stato per l’occhialeria italiana un anno ‘normale’. “Dopo due anni record per le esportazioni, con variazioni tendenziali a doppia cifra – si legge nella nota diffusa dall’associazione di categoria – il 2016 chiude positivamente, ma con una crescita che ha una nuova dimensione: una dimensione normale in linea con lo scenario globale che vede un rallentamento negli scambi e tassi di crescita delle economie, mature o emergenti che siano, sicuramente più bassi”. Le esportazioni sono cresciute del 3,6% a 3,5 miliardi di euro e l’apporto di tale incremento è derivato esclusivamente dalla performance degli occhiali da sole (+6,8%) mentre le montature hanno registrato una flessione del 2,8 per cento. L’area geografica di riferimento per l’export resta l’Europa, con una quota del 50% (+7,1%). Il mercato interno, invece, fa segnare un +2,2 per cento. La produzione dell’occhialeria italiana nel 2016 è stata di 3697 milioni di euro, in crescita del 3,7% rispetto al 2015.
RILANCI E NUOVI CORSI
Tra le svolte che hanno ispirato i padiglioni della fiera, merita attenzione quella di Italia Independent che, dopo un 2016 difficile, ha avviato una profonda fase di rilancio e di riorganizzazione. Alle spalle la brusca frenata dei ricavi dello scorso anno, poi l’aumento di capitale, la nomina di un nuovo amministratore delegato e l’ingresso di John Elkann nel capitale, il gruppo fondato 10 ani fa da Lapo Elkann è ripartito proprio da Mido. A fare il punto sull’azienda è stato il neo AD Giovanni Carlino che tre mesi fa ha preso il posto del cofondatore Andrea Tessitore (oggi vicepresidente). “Negli ultimi anni è stato, forse, commesso l’errore di voler fare troppe cose insieme. Si è cercata una crescita troppo veloce con politiche commerciali aggressive che ha avuto un impatto sul lato costi”, ha spiegato Carlino. “Oggi dobbiamo cercare di focalizzarci non sulla dimensione, ma su quello che siamo e cioè un’azienda che in questi anni ha avuto il merito di innovare nell’ottica, in termini di materiali, forme, colori e tecnologia, creando una vera e propria ‘disruption’ nel settore grazie in primis alla creatività di Lapo Elkann. Io sono qui a rafforzare la squadra, un team più snello che si arricchirà di nuove figure manageriali, dal commerciale al marketing alle operations, che lavoreranno sodo per riportare l’azienda in condizioni profittevoli in breve tempo”. Il nuovo corso di Italia Independent non prescinde però dalle importanti collaborazioni che l’azienda ha stretto in questi anni con realtà di primo piano del calibro di Hublot, Adidas, Pinko, Juventus e Fiat e che rappresentano tutt’oggi linfa vitale per l’azienda. “Italia Independent – ha concluso Carlino – tornerà a spingere anche sull’abbigliamento, presenteremo a Pitti Uomo una collezione mirata di pochi capi selezionati per un canale diverso”. La storica Allison ha dato vita ad un nuovo corso già nel 2015 cambiando nome nell’attuale “Avm 1959” (Allison Volta Mantovana 1959) e trasferendo la propria sede da Padova a Volta Mantovana. L’azienda ha portato a Mido la prima linea assestante del fashion blogger Mariano di Vaio con cui già l’anno scorso aveva collaborato per una capsule collection del loro house brand Hally & Son. Avm 1959, inoltre, ha rinnovato la licenza con Vivienne Westwood annunciando che realizzerà anche le collezioni eyewear per il brand Vivienne Westwood Anglomania. Mentre Alberto Tomba è il nuovo testimonial di rh+, altro brand dell’azienda. La prossima edizione di Mido si terrà dal 24 al 26 febbraio 2018.
di Rossana Cuoccio