Le edizioni invernali dei saloni degli accessori hanno registrato un aumento dei compratori, grazie alle presenze estere. Ora si attende la super Mfw di settembre.
Atmosfera positiva per le recenti edizioni delle fiere degli accessori, theMicam e Mipel, che si sono chiuse a metà febbraio con buyer in crescita, in arrivo soprattutto dall’estero. La prudenza è d’obbligo, anche perché le due kermesse arrivano da anni difficili, con visitatori perennemente in calo, bagarre sul calendario e difficoltà organizzative di vario genere. Ma la sensazione principale, questa volta, al termine delle due manifestazioni a Rho Fiera Milano, è di soddisfazione per entrambe.
IL RITORNO DEI BUYER
L’83esima edizione di theMicam ha registrato 44.610 presenze (+5% sull’edizione di febbraio 2016), di cui 26.505 estere (+8%) e 18.105 italiane (+1,2 per cento). Sono stati 1.405 gli espositori di cui 795 italiani e 610 esteri per un settore che vale 14 miliardi di euro di fatturato. Sul fronte internazionale, la Russia ha registrato una crescita del 18%, così come l’Ucraina (+20 per cento). La migliore performance spetta alla Corea del Sud, le cui presenze sono volate del 53 per cento. Sul fronte europeo, invece, la Germania è cresciuta del 10%, mentre la Francia è calata del 7 per cento. Tra le novità di questa sessione invernale, oltre al layout espositivo completamente rinnovato, la partecipazione di alcune griffe (Fendi, Ferragamo, Gucci, Prada e Tod’s) nel padiglione numero uno. Ognuno dei 5 brand ha allestito un proprio stand di 65 metri quadrati: nessuno scopo commerciale, ma una vetrina sui prodotti cult delle maison e sulle loro capsule collection. Gli organizzatori contano di replicare il progetto il prossimo settembre, con l’adesione anche di altri brand. “È la prima volta nella storia – ha detto a Pambianco Magazine Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici – che le grandi griffe partecipano a una fiera, e hanno scelto TheMicam. Portare i brand alla nostra fiera era un mio grande sogno e in questo senso devo molto a Diego Della Valle. È stato lui, insieme a Carlo Capasa, ad aver permesso a questo sogno di realizzarsi, con un grande pressing e un grande gesto: questo significa fare squadra e aiutare il sistema”. Pur nel generale ottimismo, il numero uno dell’associazione di settore ha rimarcato la necessità del supporto da parte delle Istituzioni. “Le aziende calzaturiere italiane, che danno lavoro a 77mila persone, restano però in trincea e meritano maggiore attenzione da parte del Governo. Per questo chiediamo che la manifattura italiana venga inserita all’interno dei capitoli di spesa delle Leggi di Bilancio, e venga riconosciuta quale asset strategico del sistema economico del Paese, attraverso il varo di una significativa politica industriale”, ha concluso Pilotti. Segno positivo anche per Mipel, la fiera della pelletteria che ha chiuso con 10mila visitatori (+6,6% sulla stessa edizione del 2016): circa metà dei buyer intervenuti sono stati italiani (+ 6,2%) e l’altra stranieri (+7 per cento). In cima alla lista Russia con +48,8%, Corea +28,2%, Usa +21,5% e Giappone +15,7 per cento. Per il comparto europeo, si è distinta la Germania con una crescita di compratori del 18 per cento.
I DATI DI SETTORE
La ripresa delle fiere degli accessori si inserisce, però, in un quadro economico non facile per il settore. Nello specifico, il comparto calzaturiero ha chiuso il 2016 ancora in sofferenza. I dati annuali preconsuntivi a 10 mesi, presentati dall’ufficio studi di Assocalzaturifici, segnalano una tenuta sul 2015 sia in produzione (+0,3% in valore, a 7,5 miliardi) sia in export (+2,5% a 8,8 miliardi, comprese le riesportazioni), ma variazioni negative in volume su entrambi i fronti (rispettivamente -2% a 187,5 milioni e -0,9% a 205,9 milioni). “Ci sono state serie difficoltà – ha commentato Tommaso Cancellara, direttore generale di Assocalzaturifici – in molte aree: la crisi in Russia, nei Paesi dell’area CSI, in cui le vendite restano ancora inferiori del 50% in valore rispetto a tre anni fa, il rallentamento della crescita in Cina, non più a doppia cifra; l’inversione di tendenza negli Usa, che dopo sei anni di consolidamento registrano un calo del 3,6% in valore; infine, la brusca frenata in Medio Oriente, che perde quasi il 5% in valore. In questo scenario, però, siamo comunque riusciti a confermare la crescita dell’export, l’attivo del saldo commerciale e i livelli produttivi in valore”. Trend negativo anche per la pelletteria, che tra gennaio e ottobre 2016 ha perso il 2% in valore a poco più di 7 miliardi di euro: un dato nuovamente condizionato dalla debolezza del mercato interno, a fronte di un export in lieve progresso (+0,9%) a 5,36 miliardi di euro L’appuntamento con il prossimo theMicam è per il 17 settembre, “una data strategica finalmente vicinissima alla settimana della moda”, ha concluso Pilotti.
di Caterina Zanzi