Nel 2015, le operazioni di fusione e acquisizione nei settori moda e arredo sono ancora in calo, da 89 a 74. Ma riemerge le tendenza al consolidamento.
Sono state 74 le operazioni di fusione e acquisizione andate a buon fine, nei settori moda e design, nel 2015, rispetto alle 89 dell’anno precedente. Un trend discendente che, salvo qualche inversione di tendenza, si trascina di fatto dal 2003, anno del boom con 173 passaggi di proprietà. è quanto emerge da uno studio Pambianco che analizza le operazioni di fusione e acquisizione del settore moda e design a livello mondiale. L’analisi evidenzia che circa metà delle trattative andate a buon fine ha avuto luogo tra operatori esteri (35 operazioni, pari al 47% del totale) e un’acquisizione su quattro ha riguardato la conquista di aziende italiane da parte di soggetti stranieri. Meno dinamici si sono dimostrati gli investitori italiani dal momento che nel Belpaese hanno messo a segno 15 deal (20%), mentre all’estero si sono fermati a 5 (7 per cento). Sul fronte degli acquirenti, i fondi si confermano i soggetti più attivi del settore, seguiti a distanza dalle holding. Ma il mondo delle M&A non è appannaggio esclusivo di queste due categorie, tant’è che tra i top player si sono fatti largo i cosiddetti e-tailer, rivenditori attivi nel canale online. Tra questi la cinese Alibaba ha premuto l’acceleratore nel processo di concentrazione del settore, acquisendo l’operatore connazionale di e-commerce mei.com e lo statunitense Zulily, nonché il quotidiano South China Morning Post. La strategia della crescita per acquisizioni è stata percorsa anche da Vente-Privee. Il sito francese si è assicurato la maggioranza della belga vente-exclusive.com, specializzata in vendite-evento. Per consolidare la propria leadership ha scelto di percorrere la stessa strada anche l’italiana Yoox, rafforzatasi grazie alla fusione con Net-a-porter. Sul fronte dei settori di appartenenza delle aziende target, nel 2015 si sono accesi i riflettori sul mondo del design. Sono 8 (+300%) le operazioni che hanno interessato le aziende dell’arredamento e hanno riguardato per lo più realtà italiane come De Padova, passata a Boffi (cucine), e Visionnaire, per il quale si è mosso l’investitore belga Ergon Capital, lo stesso che ha rilevato da Dgpa sgr e Riello Investimenti le calzature sportive Golden Goose (quota del 75%). Acquisiti, invece, da un fondo italiano gli storici mobili di fascia alta di B&B Italia. Dopo anni di corteggiamenti da parte di diversi soggetti, la famiglia Busnelli ha ceduto la maggioranza all’Investindustrial di Andrea Bonomi che nel 2014 si era già assicurata i lampadari di design firmati Flos. A determinare il grande interesse degli investitori istituzionali sarebbe prima di tutto il potenziale di crescita delle aziende di fascia alta sui mercati stranieri, Cina, Medio Oriente e Stati Uniti in testa. Per tornare a fondi e holding, questi ultimi sembrano aver frenato la corsa alle acquisizioni (-42% rispetto all’anno precedente), pur continuando a spingere sulla strategia di integrazione a monte. Il 2015, infatti, ha visto l’acquisizione da parte di Chanel dello storico partner di calzature sportive, la Gensi di Giulianova (Teramo), così come il passaggio a Hermès della Tannery du Puy, conceria specializzata nella lavorazione di pelli di vitello. Sul fronte dei marchi, i gioielli Repossi sono stati conquistati da Lvmh, la catena Vergelio è passata al gigante della distribuzione nostrana Percassi, mentre le calzature di lusso Roger Vivier sono ufficialmente entrate a far parte della galassia Tod’s. Gli stiletto e le ballerine francesi di alta gamma sono state cedute alla holding di Sant’Elpidio al Mare da parte di Gousson, società facente capo ai fratelli Diego e Andrea Della Valle, che fino ad oggi aveva concesso al Gruppo Tod’s la licenza del marchio, mantenendone la titolarità. Non sono poi mancate le dismissioni di marchi poco remunerativi: Kering, dopo mesi di rumors, ha infatti annunciato la cessione al fondo Investindustrial delle calzature di lusso Sergio Rossi il cui rilancio è stato affidato ad Andrea Morante, ex AD di Pomellato. Il 2015 sarà poi ricordato come l’anno della conquista della Roberto Cavalli da parte del fondo Clessidra. Dopo diversi tentativi, il fondo è riuscito ad acquisire il 90% della maison dello stilista toscano. Il marchio si prepara quindi ad affrontare una nuova fase per la quale è stato arruolato alla direzione stilistica il norvegese Peter Dundas. Obiettivo del nuovo CEO Renato Semerari, è quello di ripianare i conti e mettere le basi per il piano di rilancio, il cui kick-off è previsto per l’inizio del prossimo anno. Per concludere, l’abbigliamento sebbene in calo del 32%, si conferma la prima categoria per numero di operazioni (15), seguita da calzature (10) e sportswear (7), rispettivamente cresciute del 43 e del 133 per cento. Tra le calzature le operazioni più note hanno visto il passaggio di mano dell’inglese Kurt Geiger, l’americana Stuart Weitzman, le intramontabili infradito brasiliane Havaianas e i tacchi a spillo di Luciano Padovan. Sul fronte dell’abbigliamento sportivo le operazioni hanno riguardato realtà quali CP Company, Ivy Oxford, Dirk Bikkembergs e Pepe Jeans.
di Fosca Palumbo