Il CEO di Bulgari punta “sull’estro, ma in coerenza coi propri valori”. Obiettivo 2 miliardi? Risponde con un sorriso.
e a capo di una delle maison di gioielleria e orologeria più celebri al mondo. Una presenza autorevole e modi gentili: quando gli si chiede una previsione rispetto al raggiungimento dei 2 miliardi per Bulgari, si lascia scappare un sorriso. Per Jean-Christophe Babin le chiavi del successo della griffe sono la creatività, la fedeltà alle proprie origini e un business equilibrato. E per sfuggire alla crisi che ha colpito il settore dell’orologeria ha una ricetta: “Estro, coerenza e giusti mezzi permettono sempre di guadagnarsi una buona fetta del mercato”.
Quali sono i vostri maggiori mercati di riferimento e quanto pesa l’Italia?
Bulgari ha la fortuna di avere un business piuttosto equilibrato. Siamo forti in Cina, in Giappone e in Corea, ma lo siamo altrettanto in Europa e in America. Non dipendiamo da un mercato specifico, siamo riusciti a mantenere un business equilibrato.
Quali i mercati più promettenti nel futuro?
La Cina rimane il mercato più promettente in termini di una dinamica demografica e di potere d’acquisto, ma non è l’unico. Tanti Paesi asiatici sono promettenti, ad esempio il Vietnam, la Cambogia, l’Indonesia che, pur non pesando come la Cina, hanno delle crescite interessanti. Senza dimenticare l’India, il Brasile e l’Europa dove, negli ultimi mesi, abbiamo registrato una crescita anche se modesta.
State per inaugurare la vostra nuova manifattura a Valenza. Un progetto strategico?
La manifattura di Bulgari a Valenza aprirà a fine anno o nei primi mesi del 2017. Passeremo da 400 dipendenti a 700 e, al suo interno, sarà presente anche la Bulgari Academy, una scuola di gioielleria che formerà i futuri artigiani di cui abbiamo bisogno per portare avanti il nostro sviluppo globale.
Qual è il rapporto tra la maison e i nuovi talenti?
Bulgari ha il privilegio di operare in un settore in cui la capacità artigianale e l’esperienza devono essere molto elevate. Per formare i giovani in questo ambito non ci sono tantissime scuole. Da una parte cerchiamo di promuovere la nostra arte per suscitare sempre più interesse, dall’altra lavoriamo con le poche scuole italiane che formano gli studenti in questo ambito. L’obiettivo della Bulgari Academy è quello di assicurarci, nel futuro, persone di grande talento in grado di creare i nostri gioielli e orologi.
In una situazione economica difficile, come sta rispondendo il mercato dell’orologeria?
È vero che i mercati non stanno crescendo come hanno fatto fino a due anni fa, però sono sempre mercati molto importanti: per gli orologi si parla di 60 miliardi di euro in termini di prezzo al cliente. Pur essendo uno degli attori principali di questo mercato, noi pesiamo poco di questi 60 miliardi. Con la giusta creatività, i giusti mezzi e la giusta coerenza, un marchio può riuscire a guadagnarsi una buona quota in un mercato stabile. È una sfida che incentiva ciò che per la nostra maison è più importante: la creatività.
Cosa ne pensa degli smartwatch?
Gli smartwatch, per Bulgari, rappresentano un’opportunità in quanto non competono direttamente con la nostra offerta: sono prodotti presenti sul mercato in un range di prezzo tra i 300 e i 1.500 euro, quando Bulgari viaggia tra i 5mila e 500mila euro. Nonostante questo, è chiaro che gli smartwatch stanno dando un segnale: il lusso può integrare la tecnologia? La nostra risposta è sì, alla condizione che la tecnologia lasci integrità al prodotto, alla manifattura, al movimento meccanico. Non si possono fare compromessi.
Com’è andato il 2015 e quando raggiungerete i due miliardi?
A leggere il rapporto del nostro azionista Lvmh pare che il 2015 sia andato molto bene. Riguardo ai due miliardi non saprei commentare, però… (e non trattiene un sorriso, ndr).
Avete sofferto la crisi cinese?
Non è che ci sia una crisi in Cina, c’è un cambiamento di attitudine all’acquisto, in particolare dell’orologio. In passato è stato molto acquistato per fare dei regali anche a business partner e uomini politici. Da quando il governo cinese ha deciso di lottare contro la corruzione, il mercato è cambiato. Oggi i cinesi acquistano maggiormente per se stessi e stanno più attenti al prezzo. Noi cresciamo con loro, ma non vendendo più gli stessi prodotti: c’è più richiesta di orologi-gioiello per le donne e meno di orologi maschili. Il consumatore cinese, in questo senso, è diventato più simile a quello italiano.
Quanto pesano la gioielleria e l’orologeria per Bulgari?
Anche se i profumi, le borse e gli alberghi sono importanti, è un segmento in pieno sviluppo. Le vendite, oggi, sono trainate da gioielli e da orologi-gioiello.
E per quanto riguarda la pelletteria?
La pelletteria è in piena crescita grazie alla linea Serpenti che sta ricevendo un ottimo riscontro da parte del mercato. Abbiamo presentato a Milano la fall/winter che ha avuto un successo straordinario. Le nostre proposte di pelletteria, in generale, si stanno muovendo molto più velocemente rispetto al resto del mercato.
Dal passato al futuro…
Se Bulgari è ciò che è, lo deve al fatto che la maison è stata, da 132 anni a questa parte, principalmente un gioielliere con identità precisa e coerente. Tramite le sue creazioni, ha espresso la città di Roma e le sue bellezze. Nel futuro, se manterremo sempre chiari i nostri valori, la clientela ci desidererà sempre di più.
di Letizia Redaelli