Zhu Chongyun, la designer-imprenditrice che ha rilevato la maison nel 2014, riporterà la griffe sulle passerelle milanesi. Crescerà
in Asia. Ma nello spirito della Mandelli.
Un viso di porcellana e capelli neri raccolti a treccia. Zhu Chongyun è la tycoon di Shenzhen che nel giugno 2014 ha rilevato il marchio Krizia per 35 milioni di dollari. Secondo Forbes, è una delle 25 imprenditrici più influenti nel fashion business internazionale. In Cina, ha creato Shenzhen Marisfrolg Fashion, un gruppo di pret-à-porter con 5 marchi, tra cui l’omonimo Zhuchongyun, 5mila dipendenti e con un giro di affari di oltre 400 milioni di dollari nel 2015. Ingegnere meccanico, Mrs Zhu ha lavorato qualche anno per il Zhejiang Metallurgical Research Institute prima di capire che la moda era il suo destino. Oggi è pronta a scrivere un nuovo capitolo della storia della maison fondata da Mariuccia Mandelli, scomparsa lo scorso dicembre, mettendo la tradizione della griffe e del made in Italy al centro del progetto, ma con un piano di sviluppo retail che parte dal Gigante Asiatico. Rinnovamento nella continuità. Questo è il suo obiettivo per una griffe che negli anni ha saputo intersecare diversi linguaggi culturali e confermarsi attuale. Continuità anche nello spirito. «Io non ho vissuto o lavorato con Mariuccia Mandelli – dice – ma penso ci siano diverse somiglianze». A cominciare dalla determinazione di «essere donne imprenditrici».
La nuova collezione e il progetto video che la accompagna oscillano tra passato e futuro. Quale messaggio ha voluto trasmettere?
La collezione ha uno spirito molto forte, ispirato agli elementi naturali. Abbiamo puntato su tessuti di grande qualità come il raso satinato, lo jacquard lavorato a rilievo e le lane battute. Lo sguardo è decisamente rivolto al futuro, ma con il recupero di immagini dell’archivio di Krizia, come quella del gufo, a segnalare buoni auspici. Anche il video guarda al futuro di questo brand, per il quale vogliamo mantenere un’identità totalmente italiana.
In che modo valorizzerà l’immagine italiana del brand? Con eventi in Italia? Tornerete a sfilare?
Stiamo costruendo un team di stilisti italiani che mi affianchi. Vogliamo mantenere la tradizione della maison, combinandola con elementi di preziosità orientale. Soprattutto, vogliamo mantenere la qualità della produzione made in Italy, fare un grande lavoro sulle risorse di questo Paese restando in questo Paese. I tessuti italiani sono qualcosa di difficile da trovare nel resto del mondo. E poi sì, ci piacerebbe tornare a sfilare a Milano già dalla prossima stagione.
L’Italia è pe lei anche una fonte di ispirazione?
Assolutamente sì. Mi ispirano i paesaggi, l’architettura delle città, la storia dell’arte e la moda vintage di questo Paese. Nei miei viaggi mi capita di imbattermi in boutique vintage che sono di grande ispirazione per me, così come ogni scorcio cittadino.
Dal punto di vista della crescita retail a quali mercati guarda?
Nel prossimo futuro apriremo delle boutique in Cina. Vorrei che Krizia fosse ben rappresentata nelle principali città. Nel frattempo continueremo a sviluppare i rapporti con i principali luxury multibrand in Europa e in America.
Quanto è importante essere un’imprenditrice cinese per lo sviluppo di Krizia in Cina?
La Cina riconosce da sempre il grande valore del made in Italy. Sicuramente, da imprenditrice, mi aiuta il fatto di conoscere le specificità dei diversi media. Con la stampa cinese stiamo portando avanti un buon lavoro di comunicazione per far conoscere al meglio il mondo Krizia a clienti e consumatori, comunicazione che diventerà ancor più significativa quando apriremo i nostri store nelle diverse città.
A quali donne guarda lo stile della nuova Krizia? Sono donne che le somigliano? Come convivono due mondi ugualmente sofisticati come Krizia e Zhuchongyun?
La nuova Krizia guarda a donne forti, sicure di sé, acculturate e sempre curate nell’aspetto. Forse sono donne che mi somigliano. Di certo in Krizia c’è molto della mia interiorità. Riguardo all’avere anche una mia linea, posso dire che, ora come ora, non dormo mai! Anche in sogno disegno vestiti. Porto avanti due percorsi diversi contemporaneamente. Pur essendo moderna, la linea Zhuchongyun ha un forte legame con la tradizione orientale e forse è per me più immediata, è come esprimermi nella mia lingua. Nei confronti di Krizia avverto una maggiore responsabilità, una vera e propria missione che mi porta a fare i conti con un heritage incredibile e a volergli dare nuova voce.
La Cina si sta sempre di più affermando come realtà di rilievo nel sistema moda, non solo come mercato ma anche come patria di giovani talenti. Cosa ne pensa?
Ci sono moltissimi giovani talentuosi tra i designer cinesi emergenti. Da questo punto di vista il nostro Paese è una terra molto fertile. La vastità del mercato potrebbe poi bastare da sola alla crescita di molti brand. Tuttavia penso sia fondamentale per i nostri giovani maturare una maggiore esperienza internazionale così da costruire basi ancora più solide.
di Giulia Sciola