Pietro Beccari, AD di Fendi, e Alberto Vignatelli, presidente e CEO di Luxury Living Group, svelano i piani di crescita della consolidata (28 anni) licenza home.
Parigi, Maison&Objet, stand di Luxury Living Group. Alberto Vignatelli, CEO e chairman del gruppo, sta svelando, in anteprima a Pambianco Magazine, i risultati del 2015 appena concluso. I dati sono eccellenti, con un +21% di ricavi che porta il fatturato consolidato a 109 milioni di euro, accelerando il passo della crescita già rapido nell’esercizio precedente (+18%). Mentre il patron dell’azienda rimarca il peso di Fendi Casa nella strategia complessiva del gruppo, nello stand entra Pietro Beccari, presidente e amministratore delegato di Fendi. Un colpo di fortuna, giornalisticamente parlando, e soprattutto un’occasione per svelare “a due voci” le prossime tappe di questa collaborazione, iniziata 28 anni fa, diventata ormai storica nel mondo dell’arredamento. A partire da una notizia, anticipata da Vignatelli: la prossima apertura di showroom riguarderà Bogotà, capitale della Colombia, confermando l’attenzione di Luxury Living con Fendi per il mercato latinoamericano, dove ha recentemente inaugurato Città del Messico. L’espansione della licenza casa segue di pari passo la crescita complessiva del marchio Fendi. “I numeri non li possiamo dichiarare, per policy del gruppo a cui apparteniamo (Lvmh, ndr), ma è noto che siamo in crescita ad alta doppia cifra” sottolinea Beccari, che evidenzia i passaggi cruciali degli ultimi mesi per il brand della doppia F, a partire dal trasferimento dell’headquarter nel Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur e alla trasformazione della precedente sede di largo Goldoni, nel cuore di Roma, in “una vetrina del nostro dna e del nostro senso estetico. Questi due palazzi, all’Eur e in centro storico, rappresentano in maniera efficace quel che vogliamo proporre e comunicare, a cominciare dal progetto del Private Fendi Suites, la nostra idea di design boutique hotel che ha debuttato proprio a Palazzo Fendi con le prime sette suite appena aperte”.
Con quale obiettivo vi siete affacciati all’hotellerie?
Beccari: È al tempo stesso un’esigenza delle marche, che non comunicano più soltanto attraverso i prodotti, e una richiesta dei clienti, che desiderano immergersi nel nostro gusto, nel lifestyle di un brand. Un lifestyle che le maison di lusso devono saper offrire a persone che lo apprezzano. L’ambito casa, dai residence agli hotel, è fondamentale in tal senso e noi siamo fortunati ad avere da 28 anni un partner come Alberto.
Vignatelli: E noi abbiamo la fortuna di interagire con un CEO fantastico, che ha fatto compiere un balzo impensabile a Fendi. Prima della sua nomina, cinque anni fa, nessuno avrebbe immaginato che Beccari sarebbe riuscito a migliorare e trasformare il marchio nel modo in cui è avvenuto, ottenendo una simile presenza mondiale. Oggi chi va a New York e vede il flagship Fendi rimane fortemente colpito.
Il progetto Fendi Private Suites è nato a Roma, nella casa di Fendi. E dopo Roma?
B: Abbiamo previsto una nuova apertura entro il 2017, in località non ancora dichiarabile. Sia chiaro, non intendiamo allargarci a dismisura. Faremo cose mirate perché vogliamo che rappresentino un polo d’immagine e non una forma di business. Sveleremo nei prossimi mesi cosa vogliamo fare e dove lo vogliamo fare, anche perché nessun contratto è ancora stato firmato.
Sarà Ue o extra Ue?
B: Nel 2017 sarà sicuramente extra Ue. Nel frattempo utilizzeremo l’esperienza di Roma, dove a marzo apriremo all’interno di Palazzo Fendi anche il primo Zuma (ristorante internazionale giapponese, ndr) dell’Europa continentale, per sperimentare e perfezionare l’accoglienza dei clienti. Roma è la nostra base, la nostra terra di origine e su Roma vogliamo continuare a investire. In quell’hotel abbiamo diverse cose speciali, a cominciare naturalmente dall’arredamento, tutto firmato Fendi Casa.
Quali ulteriori sviluppi potrebbe avere la licenza Fendi Casa?
B.: Vignatelli lo sa, la mia ambizione per il lifestyle della casa è enorme ed esistono tantissime possibilità di espansione su outdoor, luci, oggettistica e tutto ciò che va nella direzione di marcare un’estetica. Ci stiamo lavorando, insieme. Il potenziale di Fendi Casa è legato soprattutto all’ingresso in nuovi Paesi, alla ricerca di nuovi clienti. In termini economici, vorrei andare ben al di là dei 100 milioni di fatturato annuo.
V.: Sarà determinante il contract, destinato a rappresentare il 50% del business di Fendi Casa contro l’attuale 10-15 percento. Abbiamo in cantiere dei bellissimi progetti a Doha, Dubai e Miami e pensiamo che gli Stati Uniti possano costituire il principale serbatoio per la crescita. A Miami, con Chateau Group come developer, abbiamo arredato a marchio Fendi un residence di 56 appartamenti, tutti già venduti, a prezzi che vanno da 3 a 20 milioni di dollari. B.: Con Vignatelli c’è sintonia totale. Lo dimostra il fatto che abbiamo inaugurato il 28 gennaio la nuova boutique di Rodeo Drive, a Los Angeles, dove pochi mesi prima Fendi Casa aveva aperto uno splendido showroom. Il mio compito, ora, è rendere sempre più desiderabile la marca, attraverso diversi touch point: se ci riuscirò, avrò aiutato Alberto a fare business.
di Paola Cassola