Narrazione. Racconto. Confronto. È significativo che Carlo Capasa sia partito da questi concetti nell’illustrare il proprio programma in veste di nuovo presidente e AD della Camera della Moda. “Come Milano e made in Italy – è stato il messaggio – dobbiamo iniziare a raccontare e valorizzare ciò che siamo e ciò che sappiamo fare”. Non si è perso all’inseguimento di strategie evolute in chiave iper-tecnologica, ma ha guardato al sodo: “Smettiamo di sottovalutare la moda italiana guardando altrove. Cominciamo a confrontarci sul serio, a fare squadra e a raccontare la nostra unicità”. Capasa ha fatto riferimento alle inaugurazioni del Silos di Giorgio Armani e della fondazione Prada, come esempi di quanto la città sappia creare, senza aver piena coscienza del proprio valore. Questa sottovalutazione è costante.
È stato recepito con sorpresa anche il risultato della ricerca Pambianco su Milano come shopping destination, commissionata da Sea e pubblicata nel numero scorso del nostro magazine, nella quale il capoluogo lombardo emerge come meta preferita per il travel retail d’alta gamma a livello internazionale. Chi l’avrebbe pensato? E, invece, la città ha rivelato di avere carte decisive per vincere la partita in termini di offerta culturale, servizi e, in generale, capacità di accoglienza di alto livello. Le stesse carte che il Financial Times ha ricordato in un significativo articolo di inizio maggio, “How Milan’s architectural makeover is boosting city’s renaissance”, in cui si evidenziava la rinascita della città simboleggiata nel nuovo skyline e sostenuta da una serie di asset nascosti capaci di renderla assai più vivibile di altre capitali europee (per esempio, si citava l’aeroporto di Linate a 15 minuti dal centro).
In questa Milano che ha necessità di raccontarsi per prendere coscienza di sé, Pambianco può oggi affermare di essere pronto a dare un contributo. Questa responsabilità è legittimata da ciò che abbiamo fatto. Esattamente 10 anni fa, infatti, con il numero speciale sul Pitti del giugno 2005, nasceva Pambianco Magazine. Era il nostro primo passo nell’editoria cartacea, a quattro anni dal lancio di Pambianconews.com che aveva segnato il nostro debutto assoluto nel mondo del giornalismo.
Lo scopo del progetto è stato chiaro sin da subito: dare al settore una chiave di lettura sul presente della moda, proponendo al tempo stesso analisi sulle prospettive di cambiamento dei mercati. Ci piace pensare di esserci riusciti, di aver contribuito, in questi 10 anni, alla crescita della cultura professionale del settore e della sua consapevolezza, fornendo (agli operatori e non) continui stimoli e spunti di riflessione, provenienti anche da settori attigui – come il design e il food – quando li ritenevamo interessanti.
Certo abbiamo tanta strada davanti per migliorare ancora. Ma siamo appunto qui per raccontarlo.
David Pambianco