Hermès non seguirà la tendenza del riallineamento dei prezzi dei propri articoli tra retailer europei e asiatici, come invece recentemente annunciato da Chanel e altri luxury brand. Durante l’assembra per l’approvazione del bilancio 2014 (3,75 miliardi di euro di ricavi, +7,6%) il CEO Axel Dumas ha dichiarato che i prezzi devono rispecchiare i costi di produzione francesi e che ci saranno al massimo dei piccoli aumenti del 4% nel corso del 2015. “Abbiamo deciso di non applicare quella soluzione che consiste nell’abbassare i prezzi da qualche parte e nell’alzarli in Francia perché questo significherebbe aumentare artificialmente i prezzi ai nostri clienti francesi”.
D’altronde, Hermés sembra godere di un mercato a sé. L’ultima conferma è arrivata lunedì scorso da Christie’s che ha venduto una Birkin per quasi 223mila dollari, ad oggi la borsa più costosa mai battuta a un’asta. Il modello è stato acquistato da un misterioso offerente telefonico durante un’asta allestita a Hong Kong. La borsa in coccodrillo fucsia è impreziosita da una chiusura in oro bianco 18k ricoperta di diamanti. Il record precedente apparteneva sempre a una Birkin con dettagli in diamanti appartenuta a Elizabeth Taylor e venduta da Christie’s a New York per 218mila dollari nel 2011.