Il primo numero di Porter è in edicola. Il magazine ‘powered by Net-a-porter’ è stato lanciato venerdì scorso in 58 Paesi del mondo e, naturalmente, sulla piattaforma e-commerce che fa capo al gruppo Richemont. Per il debutto del magazine inglese (nonostante le scelte lessicali virino verso l’inglese americano) è stata scelta Gisele Bündchen: in copertina, la super top model brasiliana è ritratta in una posa delicata – quasi intima – e la didascalia promette di svelare ai lettori “il mondo privato della donna da 300 milioni di dollari”.
Il prezzo del bimestrale in Inghilterra è di 5 sterline, in Europa di 9,99 euro e negli Stati Uniti di 10 dollari. Il progetto editoriale ruota intorno alla editor-in-chief Lucy Yeomans, precedentemente a capo dell’edizione inglese di Harper’s Bazaar, e include una versione digitale che sarà disponibile a partire dal giorno di San Valentino su Google Play e sull’Apple Store.
Inutile dire che gli articoli online saranno interamente ‘shoppable’: la maggioranza dei 260 brand citati nelle 284 pagine (di cui 72 di pubblicità) saranno venduti su Net-a-porter, anche se una parte sarà resa disponibile anche al di fuori del suo ‘ecosistema’, probabilmente nella volontà di dimostrare di essere un ‘vero’ fashion magazine non interamente devoto alle grandi leggi del marketing. E, per ingraziarsi la numero uno dell’editoria mondiale di moda Anna Wintour, la direttrice di Vogue America viene citata ben due volte (di cui una con tanto di foto). Qualche giorno fa, la rivista di Condé Nast aveva annunciato l’arrivo di Kate Moss nel ruolo di fashion editor: che la ‘guerra’ con la nuova pubblicazione del retailer abbia avuto inizio?