“Grazie alla crescita all’estero, nel 2014 pensiamo di incrementare il fatturato di gruppo tra il 20 e il 25 per cento”. È soddisfatto il patron di Fgf Industry Enzo Fusco, intervistato da Pambianco Tv a Pitti Uomo, dei risultati del suo gruppo. “Nel 2013 – ha proseguito – siamo riusciti a contenere la crisi italiana e chiudiamo in linea con il 2012, a quota 47 milioni”.
La politica dello storico imprenditore dello sportswear italiano, a differenza di Moncler che ha focalizzato su un solo marchio tutti gli sforzi, è quella di “essere specializzati nel capospalla, ma diversificare il rischio con marchi diversi a livelli diversi: Blauer, medio-alto, Cp Company, alto, Ten C, altissimo e Bpd-Be Proud of This Dress, nato per seguire la tendenza della piuma leggera da usare anche sotto cappotti o giacche in pelle. Moncler è un marchio del lusso globale, la nostra è un’azienda familiare. Fgf è un polo più commerciale che industriale, con strutture interne per modelleria e prototipia, mentre la logistica è esternalizzata. La produzione avviene in Italia per Ten C e Cp Company”.
In Fortezza da Basso, Fgf ha portato una Blauer in fase di rilancio. “Su consiglio di Alessandro Pungetti e Paul Harvey (stilisti di Cp Company, ndr), abbiamo ‘rinfrescato’ l’immagine del brand arruolando Jimmy Q, giovane modello, cantante rock, skater e tatuatore seguitissimo sul web”, ha spiegato Fusco. “Per la collezione abbiamo ripreso il Dna legato al mondo militare e dei policemen statunitensi, con un po’ più giubbotti e un po’ meno piumini. Vedo questa tendenza: dopo ‘tanto di tutto’, oggi si ritorna alle origini. E il riscontro della forza vendita ci ha dato ragione”.