Il colosso del lusso Lvmh centra le attese degli analisti e segna un +6% dei ricavi nel primo semestre dell’anno (addirittura +8% a parità di perimetro) trainato dalla sorpresa di fashion e pelletteria (+1% a 4,7 miliardi, ma +5% a parità di negozi), e dall’ottima performance della divisione retailing e in particolare di Sephora. Quest’ultima, grazie anche al forte sviluppo degli store cinesi e del canale digitale americano, ormai accorcia la distanza rispetto al fashion e pelletteria che riunisce Louis Vuitton, Fendi, Pucci, Céline e tutti gli altri marchi di moda e pelletteria del gruppo di Bernard Arnault. I risultati hanno raccolto un ampio consenso da parte del mercato che ha premiato il titolo del colosso del lusso superando in apertura di giornata i cinque punti percentuali.
Non ha creato timori il fatto che nel semestre Lvmh ha rallentato la crescita dell’utile operativo, sotto le stime del consensus, arrivato a 2,7 miliardi (+2%), sul quale pesa il calo dei profitti della macro area fashion & leather goods (-1%) e della divisione gioielli e orologi (-2%). L’unica area a registrare un progresso consistente nella redditività è quella alla voce retailing: +9% i profitti (+17% la crescita dei ricavi).
Tornando alle vendite, profumi e cosmetici hanno segnato +4% a 1,8 miliardi di euro, wine & spirits +3% a 1,8 miliardi di euro, mentre i gioielli e orologi -3% a 1,3 miliardi, risentendo del calo di domanda legata al Far East.
Un margine di liquidità importante, inferiore però ai report degli analisti ma che comunque non esclude una nuova possibile ondata di shopping dopo il colpo di Loro Piana, acquisita per oltre 2 miliardi di euro meno di un mese fa.
Nella mattinata di oggi la società ha incontrato gli analisti finanziari. È possibile che Lvmh abbia fatto chiarezza sui risultati della “svolta” annunciata qualche mese fa, ossia virare su una maggiore attenzione al valore del brand Lv dopo anni di rincorsa ai volumi che si traduce nel rialzo dei prezzi dei prodotti non in pelle. I risultati sembrano indicare che la frenata sui volumi in pelle è alle spalle: nel secondo trimestre l’aumento delle vendite del colosso si è attestato sul 5,7% con la divisione fashion & leather goods che ha incrementato i ricavi del 2% e l’area legata alla distribuzione che ha registrato un balzo in avanti del 18 per cento.