Inghirami archivia il 2012 con un utile in crescita e investe nell’internazionalizzazione facendo poker di presenze con i suoi brand a Pitti Uomo. Il gruppo toscano nello scorso esercizio ha messo a segno un incremento dei profitti, attestatisi a 11,5 milioni di euro su un fatturato stabile a quota 100 milioni. “Per il 2013 pensiamo di confermare questa tendenza – ha raccontato a Pambianco Tv il presidente Giovanni Inghirami – anche se non è ancora l’anno della ripresa, soprattutto in Europa. Tuttavia, anche nei mercati europei intravediamo i primi segnali positivi, che ci rendono molto fiduciosi per la seconda metà dell’anno”.
La kermesse fiorentina dedicata al menswear vede la presenza delle collezioni per l’estate 2014 di quattro dei marchi del gruppo: la camiceria contemporanea di Robert Friedman, quella più classica di Reporter, Ingram, al ritorno a Pitti, e infine la nuova licenza Guru. “In un momento in cui l’export è fondamentale per la moda italiana – spiega Inghirami – abbiamo pensato fosse opportuno tornare a Firenze con Ingram, uno dei nostri marchi di punta insieme a Reporter, perché consideriamo Pitti Uomo una delle più importanti manifestazioni mondiali. I mercati su cui puntiamo sono nord America, ex Urss la Cina, dove siamo presenti da anni”.
L’imprenditore toscano non si è sbilanciato, infine, sui primi riscontri ottenuti con Guru, per cui le indiscrezioni insistono sull’ipotesi che la partnership possa andare oltre la semplice licenza. La prima collezione completa prodotta dal gruppo per il marchio della margherita è proprio la P/E 2014. “E’ troppo presto per tirare le somme – dice Inghirami –. Posso però dire che con Guru siamo andati a coprire un segmento di mercato per noi nuovo, un pubblico più giovane”.