Una storia a puntate. I protagonisti, o meglio gli antagonisti, sono Gucci e Guess, che si scontrano a colpi di sentenze dagli Stati Uniti all’Italia. Prima è stato il giudizio emesso dalla Corte Distrettuale di New York alla fine del 2012, con la condanna di Guess a un risarcimento di circa 4.600.000 dollari a favore della label italiana. Poi, all’inizio dello scorso maggio, il Tribunale di Milano aveva rigettato le richieste avanzate nel 2009 dal brand fiorentino per tutelare i suoi marchi sul mercato italiano.
Quest’ultima sconfitta a Gucci non è proprio andata giù, tanto da fare appello contro la decisione che ha escluso la contraffazione a causa di “differenze formali tra i due marchi”. Una contromossa, quella di Gucci, che era già stata annunciata dalla griffe, che in un comunicato aveva dichiarato di essere “in forte disaccordo” con la sentenza del tribunale e aveva inoltre annunciato di avere intenzione di “ricorrere immediatamente in appello contro tale decisione” che era a suo avviso “potenzialmente pericolosa per la protezione e la tutela del made in Italy”.