L’assemblea generale Assocalzaturifici conferma anche per i mesi iniziali del 2013 una marcata contrazione dei consumi interni (gli ordini italiani perdono ben l’8,7%), che ha contribuito a una flessione della produzione dell’1,6 per cento. Al contrario, l’export (soprattutto extra-Ue, in primis Russia e Cina) continua a fare bene e a costituire il traino del settore calzaturiero italiano con una crescita del 5,3% in valore e del 3,7% in volume a 1,5 miliardi di euro nei primi due mesi del 2013. “Internazionalizzare è la nostra parola d’ordine”, ha affermato Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, nel corso della conferenza di questa mattina in un’affollatissima sala dell’Hotel Melia. “Abbiamo portato theMicam a Shanghai ed è stato un evento oltre ogni aspettativa che ha registrato 5.000 visitatori e 250 espositori per oltre metà italiani”, ha aggiunto Sagripanti.
Nonostante nel primo trimestre di quest’anno si siano persi quasi altri 1.000 addetti (-1,2% rispetto a dicembre 2012) e altri 83 calzaturifici (quasi uno al giorno), l’associazione continua a investire sia in tecnologia sia sulla filiera come punto di partenza da cui far ripartire il settore. Tra gli investimenti, oltre alla costituzione di un polo a Vigevano, costituisce un punto importante la lotta alla contraffazione: “Assocalzaturifici dedicherá un budget specifico a iniziative volte a debellare questo fenomeno: la battaglia sarà portata avanti a Bruxelles, dove si voterà il prossimo 17 ottobre per l’obbligatorietà dell’indicazione di origine”, ha ribadito Sagripanti.
A tal proposito Cristiana Muscardini, vice presidente commissione commercio internazionale al Parlamento Europeo, invita le associazioni di categoria alla determinazione e alla sinergia circa il regolamento sul Made In: “Vi esorto – ha detto rivolgendosi alla platea di imprenditori – a chiedere al governo di non andare in aula a marzo, ma a dicembre per discutere del regolamento in anticipo sui tempi”. In conclusione, Giorgio Squinzi, presidente Confindustria, è intervenuto ricordando l’importanza che le istituzioni e le imprese camminino fianco a fianco per colmare il divario competitivo con altri Paesi. “Occorre ripartire dall’industria per rimettere l’Italia sui binari della crescita e riportarla dal 17% del Pil nazionale al 20%”, ha affermato Squinzi, “e l’unico modo perché questo accada è innovare, con l’aiuto di un governo stabile cui abbiamo voluto dare fiducia”.