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56 milioni di euro. Questo il valore della transazione legata alle contestazioni fiscali per la cessione della Valentino Fashion Group del 2007. Come si legge in un articolo uscito oggi su Repubblica, il conto salato sarebbe stato saldato nelle scorse settimane dalla società lussemburghese International Capital Growth presso l’Agenzia delle Entrate di Milano. Per l’operazione nel novembre del 2012 erano scattati sequestri di immobili per una cinquantina di milioni ed emessi 13 avvisi di garanzia per una serie di manager di Marzotto e componenti della famiglia in cui veniva ipotizzato il reato di frode fiscale. Con la transazione l’esito del processo penale non è scontato, ma potrebbe avere un esito diverso.
Lo scorso novembre, la Guardia di finanza aveva avviato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni immobili, terreni e partecipazioni societarie. Secondo le indagini dei pm milanesi Laura Pedio e Gaetano Ruta, infatti, ci sarebbe stata un’elusione fiscale quando, attraverso una holding finanziaria formalmente e consapevolmente costituita in Lussemburgo, la Icg, la Valentino Fashion Group fu venduta al fondo Permira per un valore di quasi 200 milioni di euro. Le indagini, in seguito, avevano permesso di riqualificare la holding lussemburghese come soggetto fiscalmente residente in Italia, con conseguente emersione dell’obbligo di denuncia al fisco italiano di una imposta, appunto, di oltre 65 milioni di euro.
Tra le persone coinvolte Vittorio, Matteo, Maria Rosaria, Cristiana e Margherita Marzotto, Andrea, Isabella e Rosanna Donà dalle Rose, Barth Zech, Pierre Cladmi, Ferdinando Businaro e l’imprenditore immobiliare Massimo Caputi.