“Punk: Chaos to couture”, questo il titolo della mostra organizzata da The Costume institute del Met-Metropolitan museum of art di New York in collaborazione con Condé Nast e Moda Operandi e di cui Givenchy è maison-ambasciatrice del progetto. “Free. Anna (Wintour, ndr) mi ha lasciato molto libero di decidere. Una libertà punk”. Così si espresso Riccardo Tisci, direttore creativo della maison del lusso francese. L’exhibition, curata da Andrew Boston, è stata presentata ufficialmente ieri nella sede del Met, dove andrà in scena dal 9 maggio fino all’11 agosto prossimi. L’esposizione è un racconto ipervisivo che analizza l’impatto che il genere punk ha avuto sulla moda. Verranno mostrati capi in cui sono evidenti le influenze e le contaminazioni avute dal movimento nato negli anni 70, che si relaziona con il suo motto “do-it-yourself” (fatto da solo) al concetto stilistico di “made-to-measure” (fatto su misura). Nelle sette gallerie, abiti come il tailleur Chanel tutto bucato, effetto post atomico, pensato da Karl Lagerfeld (2011), le borchie dorate sulle giacche minimale immaginate dallo stesso Riccardo Tisci per Givenchy (2007). E ancora l’abito da sera di Moschino (1994) realizzato con il nero di un sacchetto della spazzatura o il dress con le spille da balia, disegnato da Gianni Versace nel 1994 e indossato da Liz Hurley.