È tutto da rifare per Richard Ginori. Ieri mattina, il tribunale di Firenze ha infatti respinto la richiesta di concordato preventivo presentata dal collegio liquidatori della storica manifattura di porcellane di Sesto Fiorentino (Mi) e nominato il curatore Andrea Spigoli.
Lo scorso novembre, il collegio liquidatori aveva dato il nulla osta all’offerta di 13 milioni presentata dall’americana Lenox e da Apulum, azienda rumena controllata dalla italiana Rodytime. Secondo il piano presentato, Lenox avrebbe dovrebbe acquisire il marchio e tutta la parte commerciale, mentre la fabbrica sarebbe stata girata alla Apulum, unitamente ad un contratto di fornitura per i prodotti a marchio Ginori. Sul fronte addetti era stata garantita la riassunzione di 280 persone su 319.
Con il fallimento torna così in gioco l’italiana Sambonet, altro pretendente di Richard Ginori. A questo proposito il titolare Pierluigi Coppo ha dichiarato: “Attendiamo di parlare con il curatore fallimentare al fine di manifestare la nostra disponibilità a riconsiderare l’acquisizione di Richard Ginori”. L’offerta di Sambonet, alla quale era stata preferita la cordata Lenox-Apulum prevedeva la riassunzione di circa 150 dipendenti, il mantenimento dello stabilimento produttivo a Sesto Fiorentino (con produzione di piatti bianchi nello stabilimento Rosenthal di Selb ), investimenti intorno ai 4 milioni di euro volti a migliorare l’efficienza e la disponibilità all’acquisizione degli immobili per garantire la continuità aziendale.