Lavori in corso per il gruppo francese Beaumanoir che ha avviato una riorganizzazione delle cariche e degli investimenti della società che la vedrà passare da una struttura orizzontale ad una struttura verticale. Obiettivo: rafforzare l’identità delle singole insegne (Cache-Cache, La City, Bonobo, Morgan, C-Log, La Janais, Korben, Scottage, Patrice Bréal e Vétimod) e porre fine alle incomprensioni all’interno della direzione storica del gruppo che vedono contrapporsi Ronald Beaumanoir, fondatore con la moglie Jocelyne del gruppo e Henri-Pierre Dewulf.
A tale proposito è stato istituito un comitato esecutivo presieduto da Dewulf, del quale è membro di diritto Beaumanoir, che coinvolge altre sei persone: Philippe Péharpré, Luc Mory, François Papini, Jean-Louis Mochamps, Emmanuel Cueff e Jérôme Drianno che ricopriranno, nell’ordine, le cariche di direttore generale finanze del gruppo, direttore generale delle operazioni, direttore dei sistemi informatici (flusso e logistica), direttore dello sviluppo per Francia, Europa e Medio Oriente per tutte le insegne, presidente del marchio Morgan in sostituzione di Mory, direttore generale di Cache-Cache e, fino a giugno, di Beaumanoir Asia Holding Singapore (carica che passerà ad un successore).
A seguito della riorganizzazione, diversi quadri del gruppo hanno visto migliorare la propria posizione. Mathieu Hamelle, che si occupava dell’estero è diventato direttore generale di Patrice Bréal. Eric Le Gall prende la direzione retail Europa del brand Cache-Cache e la direzione generale dei multistore che raggruppano i brand Cache Cache, Bonobo e Bréal e che ad oggi sono 90. Yann Jaslet rimane a capo di Bonobo, ma passando da direttore del marchio a direttore generale. François-Xavier Cazals va a capo di Scottage.
Secondo il fondatore la grandezza del gruppo, che conta più di 2mila negozi e un giro d’affari globale che quest’anno raggiungerà 1,1 miliardi di euro, richiedeva questa ristrutturazione già da tempo.
Sul fronte degli investimenti, il gruppo ha deciso di focalizzarsi sull’Asia cambiando il modello distributivo applicato in Cina, passando da piccole boutique da 60 mq a negozi più ampi. Sul mercato europeo, invece, verrà data priorità ai punti vendita in franchising.