Il lavoro che si sta facendo a Firenze per portare in Borsa la Salvatore Ferragamo Italia (Sfi), la società del lusso guidata da Ferruccio Ferragamo e Michele Norsa (nella foto), si vede dalla riorganizzazione societaria che un passo dopo l'altro sta prendendo forma. E' all'interno di questo processo che la famiglia fiorentina ha deciso di concedere «a un amministratore» della Salvatore Ferragamo Italia «il diritto di esercizio di una stock option per un importo massimo dell'1% del capitale», esercitabile a partire dal dicembre 2009. Facile immaginare che si tratti dell'AD Norsa, arrivato al gruppo fiorentino proprio per seguire il progetto di quotazione.
Il gruppo Ferragamo è una sorta di cantiere in cui da mesi si susseguono acquisti, cessioni, scissioni. Gli ultimi atti della riorganizzazione sono, al momento, la scissione della Salvatore Ferragamo Italia, cioè dell'azienda destinata alla quotazione, con la cessione di una parte del suo patrimonio alla neonata holding di partecipazioni Camelia finanziaria. E la parallela scissione della controllata olandese Ferragamo International.
Al termine delle operazioni nella Camelia confluiscono terreni a Sesto Fiorentino per 96.400 metri quadri, 80mila circa dei quali fabbricativi; oltre al 100% della Ferragamo International Investments and Finance Bv, anche questa società di nuova costituzione dopo la sua scissione dalla controllante Ferragamo International.
Ferragamo International è la società (controllata da Sfi) che ha il coordinamento delle partecipate e dello sviluppo delle nuove iniziative. Di fatto da questa holding dipendono tutte le attività sui mercati esteri, dagli Stati Uniti al Giappone, al Sud America, alla Cina. Nel corso del 2006 ha acquisito il controllo anche delle partecipate europee: quella francese, belga, tedesca e spagnola (generando utili per la Sfi di 10,2 milioni di euro) e anche la Ferragamo Parfums. La capogruppo Salvatore Ferragamo Italia ha, invece, acquistato dalla controllante Ferragamo Finanziaria il 50% della Zefer, la joint-venture con il gruppo Zegna.
L'esito di tutto questo lavorio dovrebbe portare a una struttura più snella e adatta all'approdo in Borsa. Intanto, la famiglia, dopo il maxi-dividendo di 57 milioni distribuito l'anno scorso, ha deliberato un dividendo 2006 di 17,3 milioni di euro.
Estratto da CorrierEconomia del 19/11/07 a cura di Pambianconews