Stesso valore con minori quantità lavorate, ma l'export italiano di prodotti orafi lancia robusti segnali di vitalità, in particolare sui ricchi mercati arabi, svizzero e russo. Il crollo del dollaro invece infligge l'ennesimo colpo al Made in Italy sul mercato americano, che rimane comunque il primo per importanza con circa il 20%.
Nel primo semestre dell'anno, secondo dati Istat-Intesa Sanpaolo, il fatturato tricolore dell'oreficeria è rimasto stabile a 6,1 miliardi (ma le quotazione dell'oro sono aumentate del 10%). L'export è balzato di circa il 7% (-8,7% le quantità lavorate) ma l'import ha fatto meglio, +15% (-0,5% le quantità).
I gioielli tricolori hanno brillato grazie agli ottimi risultati ottenuti negli Emirati Arabi Uniti, in Svizzera e a Hong Kong. In fortissima crescita (+94%), il mercato russo che sta rapidamente diventando uno dei più importanti sbocchi commerciali dell'oreficeria italiana. Inversione di tendenza invece in Germania, dove, dopo anni di ripiegamenti, le vendite di gioielli sono tornate a crescere.
Quest'anno le quotazioni dei preziosi sui mercati internazionali hanno continuato a salire. «E i dati più recenti spiega l'Industry research di Intesa Sanpaolo, indicano una forte accelerazione, in concomitanza con le incertezze sui mercati finanziari internazionali creati dalla crisi dei subprime negli Usa». Infine, nella gara tra distretti, Arezzo ha “bruciato” Vicenza con un export superiore agli 1,5 miliardi (+15,5%) contro 1,3 (-7,5%). A distanza, Alessandria compie un balzo del 42% a 700 milioni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/11/07 a cura di Pambianconews