E� un autentico cordone ombelicale quello che lega la società pellettiera agli Stati Uniti, il primo paese straniero dove Romualdo Dori, fondatore dell'azienda e dalle cui due sillabe iniziali deriva il nome della maison, mise piede già nel 1953 esportando i suoi prodotti, dei graziosi cestini di vimini impreziositi da cerniere di ottone.
«Il mercato americano per noi è importante sia perché rappresenta il 18% del nostro fatturato complessivo (che nel 2006 è stato pari a 6,7 milioni di euro mentre nel 2007 dovrebbe superare i 10 milioni) con una filiale che nella grande mela, a due passi da Bergdorf Goodman, gestisce i nostri prodotti a cui dal 1978 si sono aggiunte le scarpe, anch'esse come le borse rigorosamente made in Itay, spiega Dori, ma anche perché è la mecca delle star più glamourous del mondo da Jennifer Lopez a Beyoncé, da Charlize Theron a Uma Thurman e Halle Berry senza contare molte altre belle e famose che, portando le nostre preziose borsette da sera o pochette sul tappeto rosso, ne hanno ampiamente decretato e amplificato il successo su scala internazionale».
Le scarpe e le borse a etichetta Rodo sono prodotte prevalentemente a Mogliano Marche, in provincia di Macerata, mentre le fasi dell'iter di lavorazione che richiedono interventi più lunghi, anche 18 ore per una rete di metallo, vengono eseguiti in Europa. Le borsette di Rodo, fiore all'occhiello dell�azienda, sono concepiti come veri e propri oggetti d'arte. «La manualità per noi è un valore aggiunto che ci ha assicurato la definizione di “artigiani del lusso”», puntualizza Dori che però non riposa certo sugli allori. E mentre l'azienda di famiglia, che attualmente è presente in 32 paesi e ha al suo attivo una media di 57.000 borse e 60.000 paia di calzature prodotte ogni anno, festeggia nel 2007 le sue nozze d�oro con la moda, l�imprenditore ha già in cantiere una serie di progetti di espansione a livello nazionale e internazionale.
«Intendiamo aprire il nostro primo monomarca diretto a Milano, dove già possediamo un nostro showroom, entro il primo trimestre del 2008 all�interno del quadrilatero, anticipa il manager. Sarà un negozio bandiera che ospiterà tutte le nostre linee ed entro la fine del 2009 apriremo altri quattro store monobrand diretti a Roma, Parigi, Londra e New York che si andranno ad aggiungere agli altri nove negozi in franchising che controlliamo nel mondo».
Nel mirino della società c�è anche il Far East, un appetibile bacino commerciale su cui l�azienda sta attualmente lavorando e in cui hanno optato per la formula degli shop in shop in grandi magazzini. «Abbiamo punti vendita multimarca a Shangai e Pechino ma il mercato più redditizio resta per ora l�Italia corrispondente al 22 per cento del nostro fatturato e dove annoveriamo 110 clienti».
Estratto da Affari&Finanza del 8/10/07 a cura di Pambianconews