Dopo il tunnel del 2001-2005, dall'anno scorso il made in Italy ha ripreso a respirare e anche il più medioevale (nel senso di più antico) ed esposto alla concorrenza dei distretti italiani, quello del tessile-abbigliamento di Prato, appare in discreto recupero. La produzione industriale del 1° trimestre 2007 è aumentata a Prato del 3,8% su base tendenziale, mentre il commercio estero ha segnato un +2% rispetto al periodo gennaio/marzo del 2005. A fine 2006 il risultato complessivo ha registrato un calo dell'1%, in frenata però rispetto all'anno precedente quando il calo era stato del 4% sul 2004.
Il distretto simbolo del made in Italy in questi anni ha perso quote di mercato, ma alcune delle sue aziende si difendono bene. Sono quelle più dinamiche che hanno scelto di concentrare la produzione nella fascia ricca del mercato e si sono attrezzate per offrire ai clienti un alto livello di servizi. Ancora una volta però le imprese si sono arrangiate, ogni azienda ha scelto la sua strada e le loro risposte non sono state guidate da una politica comune elaborata a livello di distretto.
«La carta vincente di Prato oggi è l'alto contenuto moda dei tessuti prodotti», osserva Vincenzo Pagano, direttore del Consorzio Prato Expo che riunisce le prime 120 aziende tessili, «le collezioni non sono più due (primavera/estate, autunno/inverno), ma quattro o sei l'anno. Le aziende lavorano su fibre pregiate e innovative, naturali e artificiali con livelli di rifinizione e trattamenti che solo a Prato sanno fare». Globalmente l'export soffre il cambio sfavorevole con il dollaro che frena l'esportazione negli Stati Uniti e in Giappone, mentre i nuovi mercati dell'Est e del Far East non sono ancora pronti per sostituire quelli tradizionali.
Ci sono aziende nel tessile-abbigliamento made in Italy che nonostante la crisi guadagnano, crescono e fanno utili. Secondo lo studio Pambianco, la più importante società di consulenza strategica nel settore moda, il 2006 e il 2007 sono gli anni in cui la nuova tendenza alla crescita del mercato sta dando i frutti più consistenti per queste imprese, il cui fatturato medio nel distretto pratese si prevede salirà di 6-8 punti e l'utile netto di circa 1 punto.
«La nostra ricetta è sempre stata questa: puntare sui prodotti di nicchia, produrre tessuti tecnici per capi eleganti e sportivi, realizzati da importanti griffe quali Hugo Boss, Armani, Max Mara, Versace che sono i nostri migliori clienti», dice Carlo Antonelli, direttore della Duemilagori spa di Montemurlo. «Realizziamo tessuti arricchiti con finiture particolari in centinaia di versioni. Per ognuna delle due collezione presentiamo circa 700 nuovi prodotti, ma poi durante l'anno ai nostri clienti offriamo un centinaio di presentazioni aggiuntive ed è proprio questa grande creatività il nostro punto di forza».
Estratto da ItaliaOggi del 21/07/07 a cura di Pambianconews