Per molti anni ha lavorato all'interno dei gruppi della moda e del lusso, da Prada a Gucci. Pochi giorni fa Giacomo Santucci, 49 anni, è stato cooptato nel cda di Malo, del gruppo It Holding.
Secondo lei in che direzione si sta muovendo il mondo della moda e del lusso?
Oggi il lusso non è solo il prodotto in sé ma “accedere” a un'esperienza più ampia, della quale il prodotto di alta gamma è solo uno degli elementi. Sono convinto quindi che i cambiamenti più importanti avverranno nel mondo del retail, non più mero canale di vendita ma brand e prodotto in sé, in virtù delle sue specificità. Da Harrod's vivi l'esperienza dell'intrattenimento, dell'interattività, del coinvolgimento e non certo solo quella dell'acquisto. E così da Colette a Parigi dove la sorpresa della scelta e degli accostamenti è il primo motivo della visita.
All'interno di questi negozi di lusso troverebbero spazio solo i grandi nomi?
Non potrebbe mancare alcun nome famoso della moda e del lusso, ma si potrebbe anche dare spazio a stilisti emergenti, che non possono permettersi una distribuzione su scala nazionale o addirittura internazionale. Ma ai quali un Harrod's italiano potrebbe dare la vetrina giusta.
Sul fronte italiano cosa prevede nel campo della brand extension?
Dopo occhiali e profumi sarà la volta dei gioielli. Ogni grande marchio, e alcuni hanno già iniziato, avrà la sua linea di gioielli. Spariranno, o quasi, quelli unbranded. L'idea di fondo è sempre la stessa: il marchio è sinonimo di un mondo, di un'esperienza, di un sogno. Ecco perché non dobbiamo stupirci se nascono gli alberghi firmati Missoni, Armani o Miss Sixty.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/04/06 a cura di Pambianconews