Per i big del lusso è tempo di fare prodotti vendibili. Ne è una dimostrazione il nuovo corso di Gucci, intrapreso più di un anno e mezzo fa con l'arrivo di Robert Polet, amministratore delegato e presidente del gruppo d'Oltralpe che fa capo a Ppr. La recente nomina di Frida Giannini a unico direttore creativo del marchio Gucci, come era stato Tom Ford, ne è un'ulteriore dimostrazione.
Come si dice in gergo lei riesce a fare dei prodotti “smart”. Intelligenti perché sanno strizzare l'occhio al consumo, con un mix giusto di marketing e stile. Insomma la cosa che piace al management del gruppo e del marchio Gucci è che lei sembra proprio avere una sorta di tocco magico nel rendere vendibili i prodotti. ll che non è poco per un marchio della moda che si è dato obiettivi ambiziosi di crescita.
L'anno scorso, presentando il piano triennale Polet annunciava: «Vogliamo raddoppiare il fatturato del marchio Gucci nei prossimi sette anni e portare il margine lordo dal 68% dell'anno scorso al 70%».
Nel 2005 Gucci ha registrato un fatturato di 1,8 miliardi di euro, in progressione del 13,6% rispetto al 2004 e del 18,4% a dati costanti. Non rimane che attendere le prossime collezioni dell'uomo per vedere come se la caverà la Giannini. E a medio termine verificare se un eccesso di “vendibilità” non porti con se un risvolto troppo commerciale che non sempre va d'accordo con chi vuole fare prodotti di lasso.
Estratto da Affari&Finanza del 6/02/06 a cura di Pambianconews