“Bulgari non è in vendita”. Non è bastata la recente smentita da parte della famiglia azionista della maison a cancellare dal mercato le indiscrezioni su una possibile cessione della griffe. Del resto, Bulgari è attualmente una delle magnifiche prede del settore del lusso. Le banche d'affari lavorano da tempo sul dossier dell'azienda, come da tempo si parla dell'interesse di multinazionali come Lvmh o Richemont, ma anche Hermes oppure Tiffany. Attualmente la maison è saldamente in mano a Paolo Bulgari e a Nicola Bulgari che, insieme al nipote Francesco Trapani, ne possiedono circa il 52%. La famiglia ha ribadito la volontà di continuare nella politica di investimenti.
Del resto, la società è un piccolo gioiello. Il fatturato 2005 è arrivato a 918,7 milioni (831,6 milioni del 2004) con un aumento del 10,6% a cambi comparabili. Nel quarto trimestre, in cui le vendite hanno evidenziato un incremento del 12,7% è proseguita la crescita di tutte le categorie merceologiche: a cambi comparabili, le vendite di orologi sono aumentate del 16,5%, quelle di gioielli del 8,2%, quelle di profumi del 14,8% e quelle di accessori dell'11,7%.
Il nodo che la maison sembra dover sciogliere non è dunque tanto sul presente, quanto sulle strategie di medio periodo e su alcuni rischi che sembra dover affrontare nel 2006 e nel 2007. Bulgari ha infatti dimensioni troppo piccole rispetto ad altri giganti del settore: fattura poco più di 900 milioni. E, inoltre, dovrà affrontare nei prossimi mesi il nodo della crescita dei prezzi delle materie prime.
È quindi ipotizzabile che le incertezze sul futuro abbiano rafforzato la convinzione di alcune banche d'affari che, prima o poi, Bulgari possa essere una preda. E a dare adito ai rumour, del resto, è stata anche la recente dimissione di Ernesto Greco dalla carica di direttore finanziario dopo 16 anni di colaborazione. Molti potenziali acquirenti sognano dunque l'operazione. I debiti netti, del resto, sono a livelli bassi: 159,4 milioni. Insomma, una preda ideale per un «leverage buyout» .
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/02/06 a cura di Pambianconews