Uno dei marchi di orologi più conosciuti, uno dei gruppi produttori di cui si sa meno. Il doppio, binario di Rolex è questo: da un lato prodotti famosi e di successo, promossi anche con sponsorizzazioni mirate nella cultura e nello sport, vela e golf soprattutto; dall'altro, un riserbo quasi assoluto sulle cifre che riguardano produzione e vendite. Le stime più recenti indicano una produzione compresa tra 700mila e 750mila pezzi l'anno, con un giro d'affari superiore ai tre miliardi di franchi (quasi 2 miliardi di euro).
Gli altri due maggiori gruppi svizzeri del settore, Swatch e Richemont, entrambi quotati, nell'ultimo esercizio annuale hanno realizzato un fatturato rispettivamente di 3,9 miliardi di franchi (2,5 miliardi di euro) e di 3,7 miliardi di euro. Tra i big dell'industria elvetica del settore, Rolex è l'unico gruppo a puntare solo su due marchi: Rolex, appunto, e Tudor.
Attualmente Patrick Heiniger, al timone dell'Azienda, e il management stanno completando la concentrazione dei siti nel Canton Ginevra, con un'operazione industriale e immobiliare di rilievo. L'investimento è autofinanziato e consiste in lavori di costruzione e adattamento per circa 1 miliardo di franchi. L'altro fatto saliente è la fusione tra Rolex Genève e Rolex Bienne a lungo guidato dalla famiglia Borer, annunciata a sorpresa l'anno scorso.
Per il futuro Patrick Heinigei sembra voler procedere lungo la rotta tracciata. Niente quotazione in Borsa, poche acquisizioni e molto mirate, non tanto di marchi quanto di società produttrici di componenti, come è accaduto negli ultimi anni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 2/12/05 a cura di Pambianconews