Il marchio, la ricerca, il design, il lusso. Piero Bisazza ha impiegato cinque anni per completare questo percorso virtuoso ed oggi è pronto a partire con la seconda fase del suo progetto industriale, quella della diversificazione produttiva basata su un marchio ormai forte. Il fatturato in quattro anni è balzato da 58 ad 87 milioni e nei primi mesi del 2005 sta già viaggiando su una crescita a due cifre tale da confermare l'impegno a chiudere l'anno sopra quota 100 milioni.
«A segnare il cambio di rotta, osserva Giovanni Scotto di Carlo, direttore delle risorse umane – è stato l'avvicinamento a settori più trendy, dall'arredamento alla moda; abbiamo cominciato a lavorare per collezioni, a essere creatori di tendenze. Ci siamo affidati a importanti consulenti ma abbiamo anche fatto crescere all'interno un forte gruppo di ricercatori e di creativi cui oggi è affidata la nostra linea».
La Bisazza di oggi è una agguerrita multinazionale del lusso, i suoi mosaici sono uno status symbol e pur avendo una capillare rete di distribuzione ha creato una serie di negozi monomarca che hanno l'appeal di una galleria d'arte, da Mosca a New York, da Milano a Shangai; e non dissimili saranno i due in apertura entro l'anno a Londra e Parigi. «Nel mondo – osserva Piero Bisazza – vendiamo in 130 Paesi, abbiamo 10 filiali e migliaia di punti vendita; potevamo non pensare di utilizzare al meglio questa risorsa? Da qui l'idea di una diversificazione produttiva che sfrutterà il nostro marchio e inizialmente dovrebbe riguardare soprattutto prodotti affini, come gli accessori per il bagno».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 9/08/05 a cura di Pambianconews