La prossima mossa è attesa da Pietro Marzotto, il quale dovrà dire la sua sull'opa lanciata dai suoi nipoti sulle azioni Zignago e quindi anche sulla sua quota, vicina al 14% del capitale. Dalla sua risposta si conoscerà il grado di conflittualità della nuova dynasty della famiglia veneta, che ha dato il via in queste settimane a una serie di iniziative destinate a cambiare nei prossimi mesi gli equilibri di quattro società quotate: oltre a Zignago anche Marzotto spa, Hugo Boss e Jolly hotels.
Zignago, la società di Fossalta di Portogruaro (Venezia) che si occupa di vini (Santa Margherita), lino e vetrerie è nelle mani del presidente Antonio Favrin, del vicepresidente Andrea Donà Dalle Rose e di Umberto Marzotto. Questo gruppo ha deciso di lanciare un'opa sulle azioni in circolazione, fissata a 18 euro e per questo sarà costituita una newco che conta sul 37,15% del capitale.
Marzotto spa, la società è controllata da Favrin (presidente con pieni poteri), Donà Dalle Rose (vicepresidente), da Umberto (con il figlio Matteo) e Paolo Marzotto. Soci (14%) sono anche Luca, Nicolò, Gaetano e Stefano Marzotto. La Marzotto, come annunciato, si prepara a scorporare le attività moda (più remunerative, quasi 1'80% del fatturato) dal tradizionale tessile (scarsi margini, concorrenza estera) costituendo per scissione una nuova società da quotare a Piazza Affari: Valentino fashion group.
Per Hugo Boss, società quotata a Francoforte e presto gestita unitariamente dalla Valentino fashion group, diventa sempre più di attualità un progetto di delisting, frenato solo dalla mancanza delle risorse finanziarie per realizzarlo.
Jolly hotels, infine, è stata trascurata per molto tempo dagli investitori ma poi l'opa sulla Zignago ha riacceso l'interesse in Borsa per la società alberghiera che fa capo a un altro ramo della famiglia Marzotto, in particolare a Laura Pia Marzotto e a Ugo Zanuso. Ma le novità più importanti dovrebbero riguardare l'aumento della partecipazione degli spagnoli di Nh hotels (oggi al 20,7%), nell'ambito di un aumento di capitale.
Estratto da Il Mondo del 3/06/05 a cura di Pambianconews