Ha imparato il mestiere da Gianni Versace, poi ha lavorato per Alberta Ferretti e altri. Alla fine, nel '99, Stefano Guerriero ha deciso di #'mettersi in proprio''. Oggi, a 37 anni, è un giovane stilista che sfila a Milano con il proprio marchio (è anche direttore creativo di Maska) e ha raggiunto un fatturato di 4,8 milioni di euro. Ma la strada richiede «fatica e sacrifici immensi» spiega Guerriero.
Quali sono le prime mosse per diventare autonomi?
All'inizio ho trovato un'azienda per produrre le confezioni. Per una collezione completa da 80-100 pezzi ci vogliono da qualche decina a qualche centinaia di migliaia di euro. Lo scoglio maggiore sono i soldi.
Questi costi chi li sostiene?
L'azienda si è assunta il costo della confezione, io ho pagato la sfilata a Milano (da 100 a 500mila euro). Sfilare a Milano è il modo più rapido (e non il più costoso) per collocare subito un marchio sul mercato. Poi ho trovato un partner, Mario Bandiera (proprietario di Bvm e del marchio Les Copains), che ha chiesto di entrare in società con me.
Come giudica la situazione attuale?
Il contesto ci è nemico. I giovani stilisti (pochi dei quali hanno meno di 35 anni) sono compressi tra i grandi nomi e un mercato con prodotti sfiziosi e prezzi accattivanti. Molti di noi sono sfiancati dalla fatica, dalla necessità di avere consulenze per sostenere i costi di tutto l' apparato.
E così anche all'estero?
All'estero è anche peggio. Noi, quanto meno, abbiamo le aziende che producono e che possono darci un sostegno. Negli Usa, per esempio, le strutture produttive sono pochissime e con costi proibitivi. Anche in Italia, però, la filiera sta cominciando a saltare: certi tessuti non si troveranno più. E questo è un grosso impoverimento.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 25/02/04 a cura di Pambianconews