Prudente e costante: questo il modello di crescita che Canali persegue, assomigliando ad un'azienda di altri tempi.
Totalità del capitale in mano all'omonima famiglia brianzola, produzione concentrata in fabbriche di proprietà (ricorso a terzisti solo per accessori e sportswear, niente licenze), no delocalizzazione, investimenti esclusivamnete autofinanziati. Il tutto per garantire capi di qualità rigorosamente Made in Italy.
E la fedeltà all'assetto tradizionale, a quanto pare, paga. Nel 2001 il fatturato ha raggiunto i 139,4 milioni di euro, in aumento dell'8% rispetto al 2000, con lo sportswear che ormai pesa per il 20% sui ricavi dell'abbigliamento maschile. La redditività negli ultimi anni si è avvicinata dopo le imposte all'8,7% del fatturato. La previsone per il 2002 è di crescere di un ulteriore 8%.
Paolo Canali, direttore marketing dell'azienda, spiega che, dopo aver completato gli investimenti produttivi nelle Marche e in Brianza, adesso la Canali si concentrerà a valle, nel rafforzamaneto della distribuzione. I monomarca cresceranno dai dieci attuali (uno in proprietà e nove in franchising) e così anche gli shop in shop (circa 70 nel mondo). L'espansione mira ai mercati più promettenti, primi fra tutti Stati Uniti, Russia, dove sono già presenti con un monomarca e Cina.
Sintesi dell'articolo di Silvia Pieraccini a cura di Pambianconews