Dopo appena quattro anni di vita, il marchio svizzero di orologi di lusso Bedat & Co ha conquistato la copertina di Forbes (segno che la giovanissima griffe è stata accolta ormai dal mercato americano) e ora si è lanciato sui mercati italiani e giapponesi. Ma dietro alla sfida, lanciata da Christian Bedat e da sua madre Simone, c'è anche un bel pezzo di storia italiana del lusso: dal novembre 2000, infatti, il Gruppo Gucci detiene l'85% del capitale della società. Tom Ford, Domenico De Sole e il giovane Bedat si sono conosciuti e messi d'accordo in tre settimane.
''La prima tappa è stata farsi conoscere dal mercato americano, la seconda sarà arrivare a vendere nel mondo 50.000 orologi l'anno'' spiega Christian, che disegna personalmente i modelli e, a differenza di tanti buoni marchi svizzeri che si accontentano di restare piccoli, sin dall'inizio ha puntato a ingrandirsi.
''Attenzione – avverte Bedat -: l'unione è con il Gucci Group, che punta anche al business nell'hard luxury con orologi e gioielli''. E nel suo futuro, il giovane orologiaio vede perfino la produzione di veri e propri bijoux, anche se tutti gli fanno notare che ci sono marchi di gioielleria che hanno avuto successo nell'orologeria (basta citare Bulgari e Cartier) ma non viceversa, almeno finora. L'impegno principale è comunque diventare ''una istituzione dell'orologeria'': il grande salto è stata la rete commerciale che ha portato a 180 i punti vendita del marchio nel mondo (15 in Italia), ma nessun negozio monomarca.
sintesi dell'articolo di Roberta Filippini a cura di Pambianconews