La società sportiva di Biella, Fila, quotata alla borsa di New York e controllata da Hdp, ha registrato, nel terzo trimestre dell'esercizio 2001 (conclusosi lo scorso 30 settembre), una perdita netta pari a 31,8 milioni di dollari contro un utile netto di 2,4 mln di dollari del corrispondente trimestre 2000. Nello stesso periodo sono calati anche i ricavi totali, che sono scesi del 6% a 286,7 milioni di euro. Stessa performance negativa anche per le vendite, che hanno registrato un -2% a perimetro costante, ovvero non considerando quelle delle filiali chiuse alla fine del 2000 e la dismissione di Dorotennis.
Michele Scannavini, amministratore delegato di Fila, dichiara che la conseguente incertezza dello scenario economico in quei mercati da cui Fila si attendeva, nel secondo semestre, una conferma della crescita evidenziata nel primo (in particolare negli Usa e in Sud America), hanno influenzato negativamente le prospettive di Fila per il 2001.
Secondo quanto comunicato dalla società, infatti, al 30 settembre il totale degli ordini da evadere è diminuito del 5% (in euro) rispetto al corrispondente periodo 2000 (-3% escludendo l'effetto cambio) e, se da un lato l'abbigliamento è aumentato dell'1%, sul fronte opposto sono crollate le calzature, che hanno segnato un -11%.
Gli attacchi terroristici dell'11 settembre hanno colpito anche il portafoglio ordini, che ha registrato un rallentamento principalmente negli Usa, dove è stato evidenziato un incremento dell'8% in dollari (+14% l'area abbigliamento, +1% il segmento calzature) rispetto a un +22% del secondo trimestre 2001. Negli altri mercati, con esclusione di quelli che non lavorano sulla base del portafoglio ordini (inclusa la Corea), gli ordinativi sono diminuiti del 9% in euro, con un -3% registrato dal comparto abbigliamento e un -15% per il settore calzature. In base ai dati diffusi dalla società si legge che le vendite del terzo trimestre 2001 sono state pari a 278,9 mln di euro (-6%).
Le vendite dell'abbigliamento hanno raggiunto 153,8 mln di euro (-2%), mentre le calzature si sono attestate a 125,1 mln di euro (-11%). Sul fronte area geografica, invece, la composizione del fatturato è più strutturata. Negli Usa le vendite sono state pari a 85,7 mln di euro, con una crescita del 27%; in Europa, invece, lo stesso valore ha registrato un calo del 22% a 115,3 mln di euro (-16% a perimetro costante). Nel resto del mondo le vendite sono calate del 5% dopo un primo semestre in salita dell'8%.
Nell'arco dei primi nove mesi, le vendite sono calate a 729,4 mln di euro (erano 750 mln nel corrispondente periodo 2000). Gli Stati uniti e il resto del mondo hanno registrato un incremento rispettivamente del 20% e del 3%, mentre il mercato europeo ha segnato una flessione del 18% (-12% a perimetro costante).
Sintesi dell'articolo di Giampietro Baudo a cura di Pambianconews