Riduzione delle spese per il lancio di nuovi negozi, tagli ai costi di comunicazione e diminuzione delle assunzioni. Così il gruppo Gucci risponde alla crisi economica internazionale accentuata dagli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti, dove nel 2000 ha realizzato un giro d'affari di 602 milioni di euro.
La casa di moda è ora controllata da Ppr, che ha acquisito da Lvmh un'ulteriore partecipazione, salendo così al 53,2%. In base all'accordo tra le parti, inoltre, Ppr acquisirà la restante partecipazione di Lvmh nel 2004, sborsando la cifra di 4,9 miliardi di dollari. Gucci a sua volta distribuirà entro il 15 dicembre un dividendo straordinario agli azionisti di 7 dollari per azione. Infine, Ppr offrirà a tutti gli azionisti la possibilità di vendere, a un prezzo garantito di 101,5 dollari per azione i titoli Gucci ancora in circolazione al 22 marzo del 2004. Inoltre, il gruppo fiorentino resterà formalmente indipendente. Fino al 2004, infatti, Ppr potrà nominare solo 5 dei 10 membri del consiglio di sorveglianza, anche se controllerà la maggioranza dei membri del consiglio strategico.
Secondo i calcoli di Gubergia Ubs Warburg, che sui titoli Gucci consiglia di tenere, la casa del lusso resterà con una posizione netta di cassa di 1,6 miliardi di dollari alla fine dell'anno. Giudizio positivo anche da parte di Jp Morgan che consiglia di comprare. In particolare, “le vendite a 535 milioni di dollari, sono state in linea con le aspettative. Mentre l'utile operativo prima degli ammortamenti, a 92 milioni di dollari, è andato molto al di sopra delle stime del consensus”.
sintesi dell'articolo di Marika Gervasio a cura di Pambianconews