I concorrenti del made in Italy nel settore delle macchine per la tessitura sono i giganti di Germania, Giappone e Belgio.
In Europa spiccano aziende come Picanol (Belgio) che nello scorso anno ha messo a segno un giro d’affari che ha sfiorato i 550 miliardi di lire. Una forte competizione viene anche dai tedeschi della Dornier che nel 2000 hanno raggiunto un business superiore ai 300 miliardi di lire. Poco presenti i produttori statunitensi, troviamo invece minacciosi i gruppi giapponesi con le aziende Toyoda e Tsudakoma che presidiano con molta efficienza i mercati asiatici in sviluppo.
L’industria italiana delle macchine tessili, forte di 350 aziende dà lavoro a 26mila addetti dopo aver archiviato un 2000 in crescita del 21% è prevista ancora una crescita del 10% per la prossima primavera. Quest’anno si dovrebbe raggiungere una produzione di 6.700 miliardi di lire. Nel 2000 l’export si è fermato a 4.600 miliardi, mentre i tedeschi hanno venduto sui mercati esteri 7mila miliardi di lire.