I primi dati 2001 disponibili riguardo l’industria della moda dicono che sarà un anno abbastanza buono. I grandi fenomeni con cui il mondo della moda e delle griffe deve fare i conti sono due, entrambi molto incisivi. Da una parte sta cambiando la geografia economica dell’industria del tessile-abbigliamento, dall’altra prosegue il processo di concentrazione che va avanti da almeno 10 anni.
Il primo fenomeno che ci interessa sono i cambiamenti nella geografia economica mondiale. In sostanza, oggi nel mondo dell’abbigliamento il protagonista assoluto è la Cina, con i suoi 30 miliardi di dollari di esportazioni, poi c’è l’Italia con più di 13, gli Stati Uniti con 8 miliardi di dollari, e il Messico con quasi 8 miliardi. Questi quattro paesi fanno circa il 30% delle esportazioni mondiali di abbigliamento.
Il secondo fenomeno che interessa questo settore è quello relativo alla concentrazione. Nel 2000 più di metà delle 158 operazioni di fusione e acquisizione nel settore della moda ha coinvolto un’azienda italiana. Il processo di concentrazione, che in 10 anni ha divorato 30mila aziende, non è ancora finito. E se prima sono sparite le aziende più piccole, adesso il fenomeno comincia a toccare anche le aziende consolidate.
Le aziende italiane, che nel 1999 nel settore della moda, hanno raggiunto un fatturato consolidato maggiore sono: il Benetton Group con 1.982 migliaia di euro, la Marzotto con 1.406 migliaia di euro, Gucci con 1.230 migliaia di euro e Prada con 1.050 migliaia di euro.