Dopo qualche mese di resistenza sul mercato, il sistema moda non è riuscito a evitare la frenata della produzione. Lo stato delle cose è stato illustrato ieri alla presentazione dell’Osservatorio congiunturale del tessile – abbigliamento organizzato da Snia insieme alle due organizzazioni imprenditoriali Ati e Smi.
Rispetto all’autunno – inverno 2000 sono diminuiti del 3,6% gli ordini del tessile sul mercato interno e del 4,6% quelli sull’estero, mentre gli ordini per l’abbigliamento e maglieria sono calati rispettivamentedell’1,2% e del 5%.
Il calo complessivo è anzitutto l’effetto della domanda fredda negli Stati Uniti e in Europa, mentre dall’altra parte dell’Atlantico nei primi cinque mesi dell’anno le vendite al dettaglio di abbigliamento sono aumentate del 3,6%.
Intanto per le fibre chimiche si registra un forte calo delle consegne che sfiora il 3,9% in Italia e Europa e il 5,1% nei paesi extra Ue nei primi cinque mesi.
Con le difficoltà riemergono i problemi del sistema moda nel commercio internazionale. Anzitutto le barriere all’ingresso dei nei mercati extra Ue e il controllo alla merce importata, che copre ormai il 58% dei consumi di tessile e abbigliamento nei Quindici.