Mario Boselli, presidente della Camera della Moda, illustra il progetto di creare nella capitale una sorta di laboratorio creativo dove i giovani talenti potrebbero esprimersi senza le costrizioni dovute al mercato. In pratica verrebbero meno quei diktat che impongono alle collezioni di essere commerciali e dipendenti dal marketing.
Non si tratta di una fiera, ma di un contenitore alternativo traducibile con le sfilate o con altre modalità espressive, che trovino a Roma quella cornice ideale, sostenuta finanziariamente dal sistema. E quello che avverrà il 15 e 16 luglio al Palazzo del Congresso Eur è già in embrione una di queste realtà. In questa occasione sfileranno alcune accademie di moda italiana e stilisti esordienti della scena internazionale.
Roma potrebbe recuperare una centralità nel sistema moda come momento di comunicazione e immagine e i vantaggi non sarebbero solo per la città,che nel settore perde terreno, ma per l'intero sistema moda italiano. Mario Boselli sottolinea che ci vorranno tre o quattro anni per arrivare a questo obiettivo da perseguire con costanza e impegno. D’altronde L’haute couture nazionale è sempre stata la sorella minore di quella parigina che ha avuto in questo ambito la supremazia.
Difficile tradurre in cifre il business dell’alta moda, fatto di pezzi unici che costano decine e decine di milioni, venduti a 200 o 300 ricche signore nel mondo.