Rallenta la prolungata performance delle esportazioni orafe ed argentiere nel primo trimestre 2001: -14% rispetto al corrispondente periodo del 2000 quando, è doveroso ricordare, si ebbe una crescita eccezionale dell’ordine del 35% rispetto ad un anno prima. Tale ridimensionamento era atteso e va considerato come la conseguenza quasi inevitabile di un generalizzato rallentamento della domanda nei paesi clienti già visibile a fine 2000 a cominciare dagli Stati Uniti dai quali, comunque, arrivano già segnali positivi dalle fiere tenutesi in questi ultimi due mesi – Couture a Phoenix (dal 26 al 30 maggio) e JA a Las Vegas (dall’1 al 5 giugno) – a testimonianza di una ripresa che dovrebbe avere effetti positivi sensibili sull’export “made in Italy” nella seconda metà dell’anno.Segnali confortanti arrivano poi dal netto miglioramento dei dati dell’export riferiti all’intera industria italiana ad aprile.
“Il calo dell’export nel primo trimestre 2001 non va generalizzato a tutto il settore – spiega Alessandro Biffi, Presidente di Federorafi – poiché si va sempre più allargando la forbice tra le aziende che hanno sviluppato nel tempo una coerente politica di promozione e marketing e quelle che sono rimaste sorde ai segnali dei mercati. Se le prime sono riuscite a mettere in atto una politica di marca ed a suscitare nel cliente emozioni e desiderio d’acquisto, le seconde sono purtroppo rimaste al palo. Oggi bisogna fare i conti con i mercati maturi che hanno calato i consumi d’oreficeria e con potenziali nuovi mercati (vedi Russia, Cina o India) che devono ancora dimostrare di saper assorbire l’enorme capacità produttiva italiana”.
“La flessione del primo trimestre è un dato inconfutabile – commenta Ilaria Furlotti, Presidente del Club degli Orafi Italia – la scarsa vivacità degli USA e la mancata ripresa (almeno nei termini in cui era auspicata) del Giappone hanno generato un diffuso senso di scarsa euforia dei mercati. E’ mancato in questi mesi un mercato trainante. Anche il mercato interno sembrerebbe vivere un momento non particolarmente brillante. Speriamo che più di un rallentamento si tratti di una rincorsa in vista di una ripresa del solito anno.”
“Il mercato interno, segnatamente al settore del dettaglio ha passato un brutto momento nel primo trimestre per iniziare poi a riprendersi con la Pasqua e le festività di maggio – spiega Giancarlo De Paulis, Direttore di Promoro – Più in generale possiamo parlare di una spaccatura tra l’andamento complessivamente positivo dei negozi che hanno sviluppato un proprio marchio o che comunque fanno una politica di marca investendo anche in pubblicità e promozione e quelli che si sono finora affidati all’”unbranded” senza destinare risorse significative alla comunicazione.”
Tornando alla distribuzione delle vendite all’estero di oreficeria e argenteria nel primo trimestre 2001 il segno meno è uniformemente presente in tutte le macro aree: dagli USA (-17%), agli Emirati Arabi Uniti (-26%), da Hong Kong (- 21,6%) all’India (-31,3%), all’Arabia Saudita (-12,5%) alla Cina (-6,9%). A fronte di una sostanziale stazionarietà del Giappone (+2,2%) assistiamo ad un calo generalizzato delle vendite in Sud America. Nei confonti dell’Unione Europea, che assorbe quasi un quarto di tutte le esportazioni del settore, si nota – nel complesso – una crescita, ma con andamenti opposti da paese a paese. Da una parte infatti si registrano segni positivi per Belgio, Austria e Regno Unito mentre di segno negativo sono i primi tre mesi del 2001 in Portogallo, Paesi Bassi e Germania.