L'industria italiana degli occhiali ha un difetto: i piccoli arrancano e i grandi corrono in un mercato che premia, come al solito, le griffe e i marchi forti, gli investimenti e gli sforzi della distribuzione e che dà all'Italia il primato assoluto nella produzione di alta gamma.
La produzione è cresciuta di un 12% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2000 e la produzione annua è balzata a 3280 miliardi, contro un export di 2686 miliardi. All'appello mancherebbero poi i ricavi derivanti dalle contraffazioni che si aggirano su una cifra di circa 150 miliardi (stime ANFAO).
Secondo uno studio di Pambianco Strategie di Impresa presentato al MIDO nel corso di un convegno sulle strategie del settore l'industria italiana rappresenta il 68,5% del mercato mondiale degli occhiali di fascia alta e medio-alta (che vale circa 3500 miliardi), mentre ha posizioni marginali nelle fasce media e bassa, dominate dalla produzione cinese. I contratti di licenza alimentano poi il primato italiano: sono 106 (44% del totale) mentre i francesi inseguono al secondo posto con 60 licenze (25% del totale).
Secondo Paolo Cannicci, Presidente di Anfao, preoccupa il gap di crescita tra i grandi e i piccoli che si muovono con difficoltà. L'occupazione è cresciuta del 5% l'anno scorso ma le tre aziende leader da sole (Luxottica, Safilo e De Rigo) occupanoil 44% dei 18900 addetti.
E solo le prime cinque aziende del settore hanno superato nel 2000 un giro d'affari di 100 miliardi.