Claire Kent, analista finanziaria di Morgan Stanley, fa il punto sullo shopping delle aziende della moda che sono ormai all'ordine del giorno.
Sono in molti a chiedersi se le acquisizioni siano il modo migliore per crescere e quali siano le strategie vincenti nella caccia ad un marchio. Per Claire Kent, analista londinese della Morgan Stanley, banca che ha quotato numerosi marchi del settore fra cui Bulgari e Gucci, l'importante è saper gestire bene l'acquisto una volta effettuato.
A proposito di strategie di crescita di gruppi come LVMH, Gucci e Prada crede che le acquisizioni non siano strategiche adesso quanto per il futuro, dato che la scarsità di marchi liberi sul mercato rende la corsa all'acquisto obbligatoria. Tra cinque anni i marchi posseduti da questi colossi del lusso saranno più maturi e per crescere avranno bisogno di nuovi nomi. Questa la ragione per partecipare alla corsa adesso sfruttando anche il fatto che tutti i grandi gruppi possiedono un cash flow sufficiente a fare entrambe le cose: investire nello sviluppo dei propri marchi e acquisirne nuovi.
Sulla opportunità di comprare marchi conosciuti o emergenti la Kent dichiara che si tratta di due opzioni valide anche se differenti. Il marchio noto è una scelta giusta se non viene strapagato. La decisione di comprare designer minori (si veda il caso Gucci-Stella McCartney) è una strada che comporta meno rischi ma non ha certo lo stesso potenziale di un marchio famoso.
In tutti i casi per far sì che un'acquisizione sia di successo bisogna avere un management forte e un team di stilisti forte. Da Fendi, secondo la Kent, mancano ancora entrambe le cose. E cita l'esempio Gucci quando con l'arrivo di Domenico De Sole (amministratore delegato) e Tom Ford (designer) la società trovò il suo circolo virtuoso.