La società di Valenza ha concluso definitivamente l’acquisto di Alfieri St. John. Il marchio orafo entrerà a far parte della scuderia aziendale posizionandosi accanto ai brand Damiani, Salvini e Bliss (che nell'arco del primo anno di attività ha raggiunto un fatturato di 25 miliardi di lire).
A cedere una quota pari al 49% del capitale è stata Ilaria Furlotti, socia di minoranza di Alfieri e allo stesso tempo amministratore delegato della società. Con la cessione del pacchetto azionario l'imprenditrice piemontese esce completamente di scena. La Furlotti smetterà di ricoprire ogni incarico operativo e resterà vincolata al gruppo da un patto di non concorrenza.
Contemporaneamente verrà ridisegnato anche l'organigramma interno della Alfieri. Guido Damiani, già amministratore delegato del gruppo, diventerà infatti presidente. Il numero uno sarà affiancato da Carlo Longagnani, uomo di fiducia della società, che ricoprirà la carica di direttore generale.
Con questa acquisizione il marchio sembra voler mettere la parola fine alle voci che volevano la casa orafa piemontese pronta a cedere pacchetti azionari. «è vero che ci corteggiano- ha sottolineato Guido Damiani- ma noi siamo interessati a proseguire per la nostra strada, realizzando forti investimenti adatti a potenziare i nostri marchi. Non vogliamo assolutamente vendere».
Il progetto è infatti quello di dare maggiore visibilità a tutte le brand della scuderia, tanto che sono stati stanziati 100 miliardi di lire da dedicare alle campagne pubblicitarie.
Investimenti consistenti sono previsti anche per consolidare la distribuzione. Dopo l'apertura di filiali in Giappone, Stati Uniti, Svizzera e Germania, sono previste nuove boutique a New York e Barcellona, oltre ad alcuni shop nei paesi arabi.