Il 2013 di Kering-Ppr si apre in salita. Dopo anni di crescita a doppia cifra il colosso del lusso comincia ad accusare qualche segno di rallentamento dovuto principalmente alla flessione della divisione sport & lifestyle e alle perduranti difficoltà del mercato europeo. Fattori questi che hanno portato il gruppo che fa capo a François Henri Pinault a chiudere il primo trimestre con un fatturato consolidato in aumento “solo” dell’1% a cambi correnti e del 3,1 a cambi costanti per un giro d’affari di 2,36 miliardi (nell’analogo periodo del 2012 la crescita era del 15%). In progresso le vendite del settore lusso, cresciute solo del 4,5% e del 6,4% a parità di cambi per un turnover di 1,5 miliardi di euro, vale a dire proprio quell’area sulla quale il gruppo si sta rivolgendo con maggiore interesse e che, nell’ambito della sua fase di “ristrutturazione” e dismissione di asset considerati non più strategici, diventerà l’asse portante di Kering. La voce luxury ha performato bene soprattutto in Nord America e Giappone oltre all’area della Grande Cina. Il marchio di punta della maison, ovvero Gucci, ha aumentato le vendite del 2% a 865,9 milioni di euro (+4% a parità di cambi), Bottega Veneta del 5% (+8,8% a parità di cambi) mentre la performance migliore spetta a Yves Saint Laurent (+16,9% a 127 milioni), andamento che sottolinea fin da subito i benefici derivati dall’arrivo del nuovo direttore creativo Hedi Slimane. E se il lusso ha registrato una crescita a una singola cifra, inferiore però rispetto ai risultati del colosso Lvmh (+6% a 5,95 miliardi di ricavi), la divisione sportiva di Puma ha addirittura registrato un’inversione di tendenza. Il marchio tedesco di abbigliamento sportivo nel primo trimestre ha subito un calo delle vendite del 4,8% a 781,6 milioni che determinato una flessione del 4,9% dell’intera divisione sport, ferma a 842 milioni di euro. “L’arrivo del nuovo ceo Björn Gulden consentirà al marchio di riprendersi”, ha dichiarato François-Henri Pinault, presidente e CEO del gruppo.