È la nuova scommessa di casa Kering. Oggi, che gli analisti si chiedono quanto ancora Gucci possa incassare performance stellari, Balenciaga si candida a prossimo ‘fenomeno’ del colosso del lusso senza troppa timidezza. “Siamo sulla strada giusta per arrivare al miliardo di euro di fatturato nel medio termine”, ha dichiarato al Financial Times Cédric Charbit, CEO di Balenciaga da fine 2016.
In linea con quanto già visto proprio con Gucci, il manager punta tutto sulla visione creativa di uno stilista ‘outsider’, Demna Gvasalia che, nel 2015, ha raccolto il testimone da Alexander Wang. La nomina di Gvasalia (che ha fondato il brand Vetements nel 2009) è arrivata un anno prima di quella di Charbit, ma è con l’ex braccio destro di Francesca Bellettini al vertice, che la griffe ha iniziato a macinare numeri importanti. Nel 2016, secondo le stime di Reuters, il giro d’affari di Balenciaga era pari a 400 milioni di euro. Kering non scorpora i dati della maison di rue de Sèvres, ma nella conference call di presentazione del bilancio 2017, il direttore finanziario del gruppo, Jean-Marc Duplaix, ha spiegato come il brand abbia evidenziato una crescita più sostenuta di Gucci nella seconda metà dell’anno, il che significa superiore al 40 per cento. Gli accessori generano il 50% del fatturato di Balenciaga, mentre le scarpe e il ready-to-wear incidono, a testa, per il 25 per cento. Il 65% dei clienti oggi sono millennials, quindi non stupisce che a novembre 2017 la griffe guidasse la classifica di Lyst come fashion brand in grado di generare il maggior livello di curiosità. La nuova estetica è stata recepita forte e chiaro sin dall’inizio, e i consumatori si chiedono come si svilupperà. Charbit e Gvasalia, prorio come Bizzarri e Michele, lasciano che sia il design a guidare il processo decisionale dell’azienda, integrando il processo creativo con quello di promozione e di vendita, e sfidano competitor e pubblico con una ‘personalissima’ idea di bello. Gvasalia ha preso le distanze dall’eleganza raffinata ed elitaria storica di Balenciaga, virando su un “elevated streetwear”, per citare la stampa americana, che ad oggi ha portato in passerella pantascarpe in spandex, maxi felpe con il logo di Kering o borse da quasi 2mila euro che riprendono un modello Ikea. Se Gucci è tra le aziende di moda più seguite, Balenciaga, che ha meno followers, è tra le griffe di cui si parla di più. Nei prossimi anni Balenciaga crescerà ancora? Il potenziale, per un marchio che non ha ancora sviluppato appieno il suo retail network, l’offerta (il kidswear, ad esempio, è solo alle battute iniziali), né la presenza online, è enorme. Ma il brand dovrà fare i conti con i competitor che si rinnovano, su tutti la nuova Céline di Hedi Slimane.
di Giulia Sciola