Primark traina i conti di Associated British Foods. Nei dodici mesi al 16 settembre scorso, secondo quanto si legge nei conti della holding, le vendite della catena irlandese di fast fashion hanno infatti segnato una progressione del 19%, spinte dall’apertura di 30 nuovi punti vendita, per quasi 140mila metri quadrati di nuovi spazi commerciali (a oggi, l’insegna conta 345 vetrine attive nel mondo). Il dollaro forte ha tuttavia impattato sui costi di produzione, penalizzando i margini operativi, scesi dall’11,6% al 10,4 per cento.
Primark, spiega la nota ufficiale, ha registrato ottime performance nel Regno Unito, dove i ricavi hanno segnato un +10%, mentre il resto dell’Europa ha messo a segno un +16% sullo scorso anno, diretta conseguenza dell’espansione del retail network. “È importante notare – precisa la nota di Associated British Foods – come dei 20 migliori store di Primark in termini di sales density, 15 si trovino oggi in Europa Continentale e di questi, a loro volta, 7 siano in mercati di recente approdo come Francia e Italia”.
Per il nuovo anno fiscale, Associated British Foods (la controllante di Primark, British Sugar, Patak’s e George Weston Foods ha chiuso l’anno con un giro d’affari di 15,4 miliardi di sterline, in aumento del 15%) ha stimato un’ulteriore espansione del network di negozi del colosso dell’abbigliamento e, di conseguenza, un’ulteriore crescita del giro d’affari.